Dopo settimane di accuse più o meno velate, arriva infine la causa legale ufficiale, intentata da ZeniMax Media nei confronti di Oculus VR.
L'oggetto del contendere sono proprietà intellettuali legate alla tecnologia di realtà virtuale, in particolare linee di codice, segreti industriali e "know-how" tecnici riguardanti tale tecnologia, informazioni passate illegalmente dalla compagnia che controlla Bethesda a Oculus. Il cardine su cui si incentra tutta la vicenda sarebbe proprio John Carmack, storico fondatore di id Software recentemente passato alla corte di Oculus, che avrebbe aiutato in maniera sostanziale lo sviluppo del prototipo Oculus Rift. Secondo la ricostruzione di ZeniMax, quando il fondatore di Oculus, Palmer Luckey, conobbe e divenne amico di Carmack nel 2012, il suo prototipo di visore era ancora alquanto primitivo e mancante di diverse caratteristiche fondamentali.
Secondo la compagnia di Bethesda sarebbe stato proprio Carmack ad aiutare l'evoluzione di Oculus Rift con ricerca e sviluppo tratti direttamente dalle proprietà di ZeniMax, che aveva mostrato un proprio prototipo di visore VR a Luckey sotto un accordo di NDA. Oculus avrebbe poi sfruttato la tecnologia mostrata da ZeniMax per migliorare il proprio prototipo del visore: "non possiamo ignorare lo sfruttamento illegale di proprietà intellettuali che abbiamo sviluppato e possediamo", ha riferito Robert Altman, CEO di ZeniMax, "e non lasceremo che un'appropriazione indebita possa passare impunita". Attendiamo la risposta ufficiale di Oculus, dopo che Carmack già nei giorni scorsi aveva riferito di non aver mai infranto alcun accordo con ZeniMax, riconoscendo a questa la proprietà del codice scritto in precedenza dallo sviluppatore ma non della tecnologia a cui ha lavorato successivamente.