Sono già trascorse tre settimane dall'uscita di Mafia III sul mercato e il gioco di Hangar 13 è stato a lungo al centro dei riflettori. Purtroppo, a dispetto delle aspettative del pubblico e della storia passata della serie, il terzo appuntamento si è rivelato un'occasione mancata sotto più punti di vista. Alla luce delle numerose critiche che si sono diffuse a macchia d'olio in rete, non stupisce che un ex dipendente col dente avvelenato abbia colto la palla al balzo per attaccare l'operato del publisher 2K Games, reo di aver gestito alcuni studi di sviluppo con superficialità in passato.
Le accuse riguardano il riassetto e la successiva chiusura di 2K Australia, una vicenda legata a doppio filo allo scioglimento di Irrational Games, lo studio responsabile dello sviluppo di Bioshock e Bioshock Infinite.
Notoriamente gli accordi siglati da 2K con Ken Levine prevedevano che il publisher non interferisse in alcun modo nelle scelte creative, tuttavia dalla ricostruzione si evince che queste politiche non venivano osservate presso la divisione australiana, messa rigorosamente sotto pressione durante lo sviluppo di The Bureau XCOM: Declassified.
La fonte conferma che i risultati negativi conseguiti dal progetto sono derivati dalle interferenze operate dal publisher nell'attività di sviluppo, delle quali peraltro si era già parlato in passato. Alla luce delle vendite insoddisfacenti 2K ha operato una massiccia riorganizzazione degli studi, dopo la quale 2K Australia è rimasta in piedi per il rotto della cuffia, anche grazie all'intercessione di Ken Levine, che in quella fase necessitava di supporto per completare i lavori su Bioshock Infinite.
Dopo la chiusura di Irrational Games, 2K Australia si è imbarcata nello sviluppo di Borderlands: The Pre-Sequel, che è stato sviluppato in tempi rapidi (18 mesi) e con il sostegno di un team di sole quaranta persone. La fonte rimarca che Bioshock, Bioshock 2, Bioshock Infinite e Borderlands: The Pre-Sequel sono stati tutti progetti di successo, sia dal punto di vista qualitativo che economico, tuttavia 2K Australia è stata definitivamente chiusa nell'aprile del 2015 perché non considerata una risorsa economica efficace agli occhi del publisher. A quel punto lo staff superstite è stato ricollocato proprio presso Hangar 13, lo studio impegnato nello sviluppo di Mafia III.
"Sapete perché XCOM si è rivelato un flop? Io lo so, ero presente: è accaduto perché, contrariamente ai titoli che ho citato prima, è l'unico nel quale 2K si è sentita obbligata a mettere le mani nello sviluppo. Hanno messo sotto sopra il progetto più volte e hanno acquisito il controllo creativo dalle mani degli sviluppatori", dichiara lo sviluppatore. "Conosco dozzine di grandi ingegneri, artisti e designer che non lavoreranno più per 2K dopo che i loro mezzi di sostentamento sono stati distrutti dalla compagnia. 2K avrebbe dovuto fare quello che gli riesce meglio, ovvero limitarsi alla parte commerciale e al marketing. Se avessero lasciato stare lo sviluppo e si fossero astenuti dal tagliare studi di talento come capro espiatorio per i loro fallimenti, oggi andrebbero molto meglio".
In sintesi la fonte ha inteso dimostrare la scarsa lungimiranza di 2K, orientata a penalizzare gli studi di talento per puntare su progetti non all'altezza. A sostegno della propria tesi lo sviluppatore sostiene che Mafia III avrebbe dovuto vendere 8 milioni di copie a prezzo pieno per raggiungere il punto di pareggio, ma che in realtà sarebbe ancora al di sotto del milione di unità complessive. L'atteggiamento miope della dirigenza di 2K ha coinvolto anche lo sviluppo di Evolve, costato molti milioni di dollari e già arrivato al capolinea. Nel caso di Mafia III non sappiamo quale sia stato il peso del publisher nell'indirizzare le scelte di design, sebbene sia evidente un po' a tutti il risultato poco brillante.