L'offerta di Super Mario Run è tra le più oneste trovabili in ambito mobile: si può provare il gioco e, nel caso piaccia, si può pagare il prezzo per averlo completo, senza bisogno di spendere in microtransazioni o altro. Di questi tempi l'onestà non paga moltissimo, né tra i videogiocatori, che hanno iniziato a chiedere altro nonostante lo abbiano scaricato in milioni, con alcuni che addirittura hanno dichiarato che avrebbero preferito una formula free-to-play classica (leggete i commenti sull'App Store per morire dentro un po'), né tantomeno tra gli investitori, che hanno iniziato a vendere le azioni di Nintendo perché considerano insufficiente il modello economico del gioco.
Il crollo si è accentuato anche oggi, quando sul Wall Street Journal è apparsa la dichiarazione di un rappresentante della casa di Mario, secondo cui non ci sono piani per il lancio di nuovi contenuti o di DLC. Apriti cielo. Alla borsa di Tokyo, il titolo di Nintendo è calato per il quinto giorno consecutivo, toccando quota 24.540 yen (circa 205 euro). Il 12 dicembre valeva 29.400 yen. Si tratta del calo più marcato dai tempi di Pokémon GO, quando cioè gli investitori scoprirono che Nintendo avrebbe ottenuto solo una minima parte dei ricavi del gioco (l'investitore medio non è un'entità intelligentissime, diciamolo). Che dire? Nintendo ha sbagliato nel voler provare a iniettare il modello di business tradizionale nel mondo mobile? Se la risposta fosse sì, le conseguenze logiche sarebbero inquietanti. Meglio non pensarci.