Nel 2014, in seguito all'acquisizione di Oculus VR da parte di Facebook per 2 miliardi di dollari, il mercato cinese si è attivato e ha visto nascere centinaia di aziende pronte a rivoluzionare il mondo della realtà virtuale. Però, dopo due anni da allora, il disastro è purtroppo sotto gli occhi di tutti.
Si stima che tra il 2014 e il 2015 in Cina siano nate 200-300 nuove aziende dedite alla VR. Di queste ne sono sopravvissute soltanto il 10%. Il restante 90% è fallito, vittima dell'hype dei grandi operatori del settore come HTC, Oculus VR, Valve, Sony e Samsung. Forse è meglio così, nel senso che un mercato pieno di visori dozzinali non sarebbe proprio ideale, ma allo stesso tempo è chiaro che la realtà virtuale non è la miniera d'oro che molti credevano.
Stando a una ricerca di iiMedia Research, il 70% dei cinesi possessori di smartphone non ha alcune interesse nell'acquisto di un visore VR. La domanda, insomma, è stagnante e l'eccitazione per il settore è calante. L'industria cinese nel 2014 ha investito 2,4 miliardi di yuan sulla VR, mentre nel 2016 soltanto 1,54 miliardi. Sicuramente il settore non morirà, ma i dati parlano di un ridimensionamento evidente, che non può essere sottovalutato.