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Oltre Bayonetta: Nintendo potrebbe tornare aggressiva sul fronte delle esclusive?

L'ottimo andamento sul mercato potrebbe far tornare le esclusive third party su Switch

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   02/02/2018

Che Hideki Kamiya sia un personaggio alquanto pittoresco è cosa ben nota da un bel po' di tempo a questa parte, e i suoi interventi su Twitter sono praticamente diventati delle sorte di meme per chi ne segue il profilo pubblico, con la cosa che è stata ribadita ulteriormente in questi giorni dalla piccata risposta a chi chiedeva della possibilità di veder tornare Bayonetta su PlayStation 4. Al di là degli spassosi siparietti, la questione ribadisce tuttavia, ancora una volta, che Nintendo è ancora disposta a farsi avanti in prima linea per finanziare progetti esterni in esclusiva quando si sente sicura di investire su prodotti di qualità e in generi nei quali le proprie console possono rimanere scoperte. Il finanziamento totale dello sviluppo di Bayonetta 2 all'epoca di Wii U è stato un caso piuttosto particolare nella storia di una console che si è rivelata, sul lungo termine, alquanto abbandonata a sé stessa dai publisher e dagli sviluppatori third party.

L'accordo per il secondo capitolo della serie è avvenuto in un periodo ancora positivo per la piattaforma e ha portato alla creazione di un titolo di ottimo livello, peccato che sia rimasto un caso piuttosto isolato nel panorama di Wii U, facendo pensare che un impegno più intenso su questo fronte da parte della casa di Kyoto avrebbe forse potuto risollevare un po' le sorti della macchina, anche se sarebbe stato indubbiamente molto rischioso. Quello che non è stato fatto all'epoca, tuttavia, potrebbe essere fatto oggi che invece i conti della compagnia stanno benissimo, come confermato anche dai documenti di chiusura dell'ultimo trimestre fiscale.

Oltre Bayonetta: Nintendo potrebbe tornare aggressiva sul fronte delle esclusive?


Libera dall'oppressione del bilancio e con le vendite di Switch che vanno a gonfie vele, Nintendo potrebbe seriamente pensare di far partire un nuovo programma di investimenti di ampio respiro su team third party, in grado di garantire alla sua console un carnet di esclusive in grado anche di caratterizzare in maniera più eclettica l'offerta di giochi. Non che la casa di Kyoto abbia necessariamente bisogno dell'outsourcing per avere titoli esclusivi, intendiamoci: le serie Nintendo saranno sempre la forza portante delle sue console e la loro stessa anima, ma anche tornare ai tempi dell'eclettismo che caratterizzava il Super Nintendo, o anche il primissimo periodo del Gamecube, per dire, sarebbe davvero interessante, tanto più che Switch già di suo si presenta come una piattaforma peculiare, con caratteristiche che la distinguono fortemente dalla concorrenza ormai alquanto standardizzata.

Non è una cosa semplice, perché l'organizzazione di Nintendo è diversa da quella delle concorrenti e le possibilità di investimenti poco sicuri è probabilmente più limitata, ma l'andamento del mercato spinge a pensare positivamente sulle possibilità di espansione e la diffusione di Switch può spingere gli sviluppatori a firmare accordi di esclusiva senza nemmeno richiedere manovre compensative troppo onerose per la compagnia. In parole povere, il successo di Switch potrebbe attirare sviluppatori intenzionati a siglare esclusive spontaneamente, e questo ovviamente rappresenterebbe già un bel risparmio, aprendo la strada a investimenti più sostanziosi per supportare lo sviluppo di nuovi giochi.