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Cosa ci possiamo aspettare dalle battute finali di PlayStation 4?

Qualche prospettiva sugli ultimi anni di PlayStation 4

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   22/05/2018

Ci sono state parecchie voci di corridoio sulla presenza incombente di PlayStation 5 nei mesi scorsi, ma l'uscita del CEO di Sony, John Kodera, che ha detto chiaro e tondo che PlayStation 4 si sta accingendo a vivere l'ultima fase del proprio ciclo vitale, è giunta comunque alquanto di sorpresa. La schiettezza di tale dichiarazione evidenzia almeno due cose: la prima è che la prossima console è effettivamente vicina, altrimenti non si sarebbe parlato di un intervallo di tempo più o meno preciso come il triennio menzionato da Kodera nel corso del recente Corporate Strategy Meeting and IR Day a Tokyo. La seconda è che Sony è ormai talmente sicura e soddisfatta delle vendite maturate fin qui da PlayStation 4 da non curarsi tanto del rischio di danneggiare l'immagine della console cominciando a parlare di quella che sarà destinata a succederle, a dimostrazione ulteriore della posizione di dominanza di cui la compagnia nipponica gode sul mercato videoludico.

Cosa ci possiamo aspettare dalle battute finali di PlayStation 4?


D'altra parte, è ormai cosa nota la diffusione già piuttosto avviata dei devkit di PlayStation 5, almeno per quanto riguarda first party e third party di grosse dimensioni, sebbene la configurazione hardware non sia ancora definita del tutto. C'è da capire che cosa si intenda con questo cambio di strategia per i prossimi tre anni, che dunque ci porterà fino al 31 marzo 2021: se si parla di supporto assoluto, nel senso che oltre tale data cesserà progressivamente l'apporto di giochi da parte dei first party, vuol dire che PlayStation 5 è destinata ad arrivare prima del 2021, comprendendo così il periodo di compresenza e intersezione tra i due sistemi nel corso dei prossimi tre anni, ma sembra un periodo di tempo troppo limitato per questa ipotesi.

Cosa ci possiamo aspettare dalle battute finali di PlayStation 4?


Più probabile che il supporto sia destinato a proseguire anche oltre i prossimi tre anni, con il periodo di transizione verso la nuova generazione a seguire, ma è probabilmente inevitabile che lo spostamento di risorse e forza lavoro verso PlayStation 5 sia destinato ad avvenire all'interno del triennio in questione, dunque le conseguenze potrebbero essere avvertite già nel breve termine. Questo apre però una serie di interrogativi: con quasi 80 milioni di console piazzate, avrebbe senso un taglio netto con il passato per concentrarsi completamente su una macchina completamente nuova, con tutti i rischi e gli interrogativi che questo comporta nonostante la propria posizione dominante sul mercato? È poco probabile che Sony abbia intenzione di abbandonare, seppure progressivamente e sempre parzialmente, un bacino di utenza così ampio, considerando anche come buona parte degli introiti derivino ormai anche dai servizi.


La prima deduzione logica che emergerebbe da questa situazione è la necessità, per PlayStation 5, di adottare l'agognata retro-compatibilità con i titoli di PlayStation 4. Solo in questo caso è assicurata una continuità totale tra le due generazioni, che risulterebbe indispensabile per non tagliare nettamente in due l'utenza e dunque anche la produzione di titoli: offrendo una continuità di questo tipo il passaggio a PlayStation 5 sarebbe estremamente morbido e indolore, mantenendo fisso un ecosistema allargato in grado di non disperdere fondi ed energie su due direzioni diverse e non sovrapponibili, in maniera simile a quelle che sembrano le intenzioni di Microsoft con i suoi hardware. Una volta stabilito questo punto, ci sarebbe poco da temere per quanto riguarda il supporto software, che potrebbe essere sostanzialmente lo stesso per entrambe le piattaforme almeno per alcuni anni dopo l'introduzione della nuova console.