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Pachter: il prezzo di Modern Warfare 2 non ha a che fare con la sterlina debole

L'angolo di Michael Pachter si basa oggi su Modern Warfare 2

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   22/07/2009

L'ormai celebre analista di mercato Wedbush Morgan, da tempo specializzatosi in analisi e profezie sul mercato videoludico, sostiene a Eurogamer che il discorso del rialzo imposto al prezzo di Modern Warfare 2 nel Regno Unito non ha a che fare con questioni contingenti all'attuale situazione di mercato, ma si tratterebbe di una scelta deliberata da parte di Activision.

Anche quando è uscito Call of Duty: World at War la sterlina era debole, sostiene Pachter, eppure il prezzo era in linea con le altre produzioni del publisher. "L'aumento del prezzo è una decisione strategica", dice l'analista: "Activision sa di avere un gioco 'caldo' per le mani, sa che il pubblico potrebbe ben volentieri pagare un 10% in più per questo e pertanto ha deciso di alzare il prezzo".

Questa è la visione, ben più pragmatica rispetto alla spiegazione di Activision, di Michael Pachter. Secondo questi, si tratterebbe sostanzialmente di un test, una mossa rischiosa: se il pubblico non dovesse apprezzarla, traducendo l'operazione in vendite deludenti per Activision, il publisher tornerebbe probabilmente sui suoi passi, ma se Modern Warfare 2 dovesse comunque collezionare ottime vendite, potremmo vedere simili aumenti applicati regolarmente a tutti i videogiochi di un certo richiamo.

Da notare, che la questione riguarda essenzialmente il mercato britannico, giacché dalle nostre parti la questione dei prezzi è un po' più dinamica rispetto al Regno Unito, dove un gioco venduto a 54,99 sterline invece delle solite 49,99 può destare tale scalpore.

Pachter: il prezzo di Modern Warfare 2 non ha a che fare con la sterlina debole