Il recente verdetto che ha dichiarato Google colpevole di abuso di posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca ha scosso il mondo tecnologico. Ma c'è un'altra grande azienda che potrebbe risentire di questa decisione: Apple.
Com'è ormai noto, infatti, Google paga annualmente miliardi di dollari ad Apple per mantenere il suo motore di ricerca come predefinito su una moltitudine di dispositivi. Questo accordo, apparentemente vantaggioso per entrambe le parti, potrebbe essere messo a rischio dalla sentenza.
Eddy Cue, Senior Vice President of Services di Apple, ha dichiarato che non esiste un'alternativa valida al motore di ricerca di Google, giustificando così la partnership tra le due aziende. Ha inoltre affermato che nemmeno l'intera Microsoft, con il suo motore di ricerca Bing, sarebbe sufficiente a convincere Apple a cambiare rotta.
Microsoft ha tentato di vendere Bing ad Apple in diverse occasioni, ma senza successo. Nel 2018, la piattaforma era afflitta da problemi di qualità e accuratezza, rendendola incapace di competere con Google. Anche l'ultimo tentativo, nel 2020, si è concluso con un nulla di fatto. "Non credo che ci sia un prezzo al mondo che Microsoft potrebbe offrirci", ha affermato Cue, "si sono offerti di darci Bing gratuitamente, ma potrebbero darci l'intera azienda."
La causa antitrust in corso contro Google, dove il primo verdetto è stato che Google ha perso, potrebbe mettere a rischio i profitti di Apple per il 2024 e gli anni a venire, a meno che il giudice non riconosca l'assenza di alternative valide a Google. Alternartive che per ora non esistono, anche a causa degli "investimenti" di Alphabet per bloccare qualsiasi serio competor sul nascere.
La dichiarazione di Eddy Cue sottolinea insomma la forza del legame tra Apple e Google nel campo della ricerca online. Nonostante le pressioni della causa antitrust, sembra che la partnership tra i due giganti tecnologici sia destinata a durare. Tuttavia, questa situazione solleva interrogativi sulla concorrenza nel mercato dei motori di ricerca e sulla possibilità per nuovi player di emergere e sfidare il dominio di Google.
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