In una sentenza storica, un giudice federale degli Stati Uniti ha dichiarato Google colpevole di aver abusato della sua posizione dominante nel mercato della ricerca online. L'azienda avrebbe violato la legge sulla concorrenza, ostacolando lo sviluppo di tecnologie alternative e limitando le possibilità di innovazione per i consumatori.
Nella sentenza del tribunale si legge quanto segue: "Dopo aver attentamente considerato e valutato le testimonianze dei testimoni e le prove, il tribunale giunge alla seguente conclusione: Google è un monopolista e si è comportato come tale per mantenere il suo monopolio. Ha violato la Sezione 2 dello Sherman Act".
La decisione è stata presa dal giudice Amit Mehta e rappresenta una grande vittoria per il Dipartimento di Giustizia, che ha accusato Google di monopolizzare illegalmente il mercato della ricerca online. Metha è d'accordo con il governo sul fatto che Google ha un monopolio nei "servizi di ricerca generale" e nella "pubblicità testuale di ricerca generale", ma su altri argomenti ha posizioni differenti: ad esempio, ha respinto l'accusa secondo cui Google ha potere monopolistico in una specifica parte del mercato pubblicitario.
Questo processo, il primo antitrust intentato dal governo statunitense contro un gigante tecnologico dai tempi di Microsoft nel 1998, potrebbe avere un impatto significativo sul modo in cui funziona uno dei motori di ricerca più utilizzati al mondo. Google, tuttavia, ha già annunciato che farà appello, e la questione potrebbe arrivare fino alla Corte Suprema.
Il Dipartimento di Giustizia statunitense, dopo oltre tre anni di indagini, ha accusato Google di aver sfruttato il suo monopolio nella ricerca online per danneggiare la concorrenza e impedire l'emergere di possibili innovazioni. Secondo l'accusa, Google avrebbe ottenuto e mantenuto la sua posizione dominante attraverso pratiche illegali, come il pagamento di ingenti somme di denaro per essere il motore di ricerca predefinito su dispositivi mobili e altri dispositivi.
Se la sentenza dovesse essere confermata in appello, Google potrebbe essere costretta a ridimensionare alcuni dei meccanismi alla base del successo del suo motore di ricerca. L'azienda potrebbe dover modificare le sue pratiche commerciali e aprire il mercato alla concorrenza, favorendo l'innovazione e offrendo maggiori opportunità ai consumatori.
In che modo lo scopriremo nei prossimi mesi. Intanto però la sentenza cozza con la posizione di Alphabet: la società che possiede Google ha infatti sempre sostenuto che la popolarità di Google derivasse dall'altissima qualità del proprio sistema di ricerca. Inoltre anche Amazon, Apple e Meta devono ora affrontare le proprie cause per monopolio da parte del governo degli Stati Uniti. Ciò rende la decisione di Mehta in questo caso ancora più importante per il modo in cui altri giudici potrebbero considerare l'applicazione delle leggi antitrust centenarie ai moderni mercati digitali.
E voi che cosa ne pensate? Trovate che ci siano motori di ricerca migliori di Google sul mercato?