Apple è impegnata nello sviluppo di smart glasses in grado di offrire esperienze AR all'altezza dei suoi elevati standard di qualità. La visione dell'azienda è ambiziosa: trasformare i visori AR ingombranti in occhiali leggeri, comodi e meno invasivi. Tuttavia, secondo gli ultimi report, per un prodotto maturo che risponda a tali esigenze saranno necessari almeno cinque anni.
Attesa per la qualità giusta
L'azienda ha già avviato gruppi di prova interni, una tattica simile a quella adottata in passato per prodotti come AirPods e HomePod, permettendo ai dipendenti di testare le prime versioni e ricevere feedback. L'obiettivo è raggiungere un'esperienza AR che sia al livello della qualità richiesta da Apple, senza affrettare il rilascio di tecnologie non ancora perfezionate. Per Apple, il mercato degli smart glasses potrebbe essere maturo solo quando la tecnologia permetterà di bilanciare potenza e consumi ridotti, e questo comporta inevitabilmente ulteriore tempo di produzione.
Mark Gurman di Bloomberg ha riportato come Apple non sia interessata ad affrettare il processo, malgrado le competizioni con aziende come Meta e Snap. Questi competitor hanno già introdotto prototipi di occhiali AR, ma secondo Gurman, questi non hanno raggiunto un livello di maturità sufficiente. Apple sembra più intenzionata a garantire un'esperienza all'altezza del proprio nome, e proseguirebbe i test fino a raggiungere la qualità desiderata.
L'arrivo degli Smart Glasses
Nel frattempo, è possibile che Apple introduca una versione che funzioni con il supporto dell'iPhone, scaricando la potenza di calcolo sullo smartphone. Tuttavia, per arrivare a un prodotto autonomo servono avanzamenti significativi nella miniaturizzazione dei chip. Apple prevede che il dispositivo ideale debba includere un processore potente come l'A18 Pro, ma con un consumo ridotto.
Sommando queste informazioni al fatto che probabilmente avremo tra qualche anno un nuovo Vision Pro dotato di M5, nei prossimi 5 anni potremmo assistere effettivamente ad un'esplosione dei device di realtà aumentata indossabili, qualcosa che da tempo stuzzica molte aziende ma che, almeno fino ad oggi, è sempre stata prodotta con forti limitazioni.