Nel processo tra Apple e Epic Games si è registrato il primo passo falso dell'azienda di Cupertino. i testimoni di Apple, infatti, non sono riusciti a giocare a Candy Crush via browser, sconfessando, quindi, la loro stessa tesi di quanto non sia necessario avere un'app per avere un'esperienza ottima su iOS.
Il testimone chiamato da Apple per dimostrare che non ci siano "frizioni" per gli utenti nell'usare gli acquisti via browser e via app, il professore Lorin Hitt della University of Pennsylvania Wharton, si è fatto pescare in fallo dagli avvocati di Epic Games.
Hitt, infatti, ha presentato una lista di giochi che possono essere utilizzati indifferentemente via browser e via app per dimostrare come, volendo, ci sia per Epic Games la possibilità di usare delle webapp per evitare di pagare il 30% di commissioni a Apple.
Peccato che molti dei giochi presenti nella lista del professore, che alla fine sono i 25 più giocati su App Store, da mobile non siano utilizzabili. Solo da desktop sono giocabili attraverso il browser. Le prove sono state fatte su Candy Crush Saga e Clash Royale. In quest'ultimo caso, oltretutto, viene esplicitamente detto che tutte le informazioni di pagamento sono gestite da Google e Apple e non dallo sviluppatore. Quindi, secondo gli avvocati di Epic, è impossibile che un giocatore faccia delle transazioni via App Store per poi tornare a giocare sul browser.
Ancora più clamoroso è il fatto che più della metà della lista presentata, in realtà, non abbia nemmeno un corrispettivo browser, come indicato dalla testimonianza. Testimonianza che si è basata sulle ricerche di un team di esperti che ha fatto errori grossolani, figuriamoci un utente normale che non può contare "su un team di 5 laureati in economia".
"Quando io e il team abbiamo provato a fare acquisti via browser si è trattato di un processo molto semplice" si è giustificato Hitt di fronte al giudice. Ma, nonostante ciò, questa testimonianza è sembrata un punto a favore di Epic Games.