Stando alla corte di cassazione dare del bimbominkia a qualcuno costituisce una forma di diffamazione aggravata. Come spiegato dalla corte suprema in una sentenza, l'epiteto, utilizzatissimo in ambito videoludico, equivarrebbe a dire al soggetto interessato che è dotato di scarsa intelligenza. Il reato di diffamazione aggravata scatta se la parola bimbominkia viene utilizzata in ambienti social particolarmente popolati, come dei gruppi Facebook.
La sentenza nasce da una causa intentata dall'animalista trapanese Enrico Rizzi, chiamato bimbominkia da una sua amica. Da notare che Rizzi in passato era stato condannato per diffamazione per aver insultato il presidente del consiglio regionale Diego Molter, dopo la sua morte, reo di essere un cacciatore, chiamandolo "infame", "assassino" e "vigliacco".
Già in passato la cassazione aveva stabilito che un'offesa su internet equivale alla diffamazione a mezzo stampa.
Nel gergo videoludico il "bimbominkia" è un videogiocatore che ha atteggiamenti infantili e che gioca solo ai titoli più commerciali, dotato di scarse capacità discorsive e di una cultura traballante. Spesso è connotato dalla sua passione per la Nutella, che regolarmente sporca le sue mani, viste regolarmente come grassocce. Il giornalista Aldo Pecora ha stilato un vero e proprio decalogo, utile per stanare i bimbiminkia. Al decimo punto possiamo leggere:
10. Il bimbominkia gioca sempre "alla Play": il bimbominkia e "la Play" sono una cosa sola. Se non hai "la Play" non sei nessuno. E se non giochi a Fifa in remoto (con altri bimbiminkia) sei uno sfigato.