Call of Duty vive da sempre del suo multiplayer, lo sappiamo bene, eppure la campagna cinematografica rappresenta un aspetto imprescindibile per ogni nuovo capitolo, tant'è vero che l'unica volta che se n'è fatto a meno le vendite sono risultate inferiori alle aspettative e l'esperimento non è stato ripetuto.
Più nello specifico, le campagne degli episodi della saga di Modern Warfare si sono storicamente distinte per la loro straordinaria qualità, l'impatto visivo spettacolare e la violenza applicata a situazioni controverse, come insegna la ben nota missione No Russian, che tanto ha fatto discutere.
Ebbene, stando alle prime recensioni di Call of Duty: Modern Warfare 3 sembra che proprio questo aspetto così consolidato della produzione Activision, applicato peraltro a un remake che avrebbe potuto limitarsi a riprendere quanto visto nel 2011, potrebbe aver fatto clamorosamente cilecca.
Cosa dice la stampa?
Le opinioni espresse finora dalla stampa internazionale nei confronti della campagna di Call of Duty: Modern Warfare 3 non sono state gentili, per usare un eufemismo. "La campagna di Modern Warfare 3 commette il più grande peccato possibile per un thriller d'azione itinerante: è noiosa", ha scritto ad esempio IGN.
"Ciò che prometteva di essere un'intrigante ragnatela di mistero finisce invece per rivelarsi quella ragnatela polverosa che si trova in fondo al capanno, aggrappata a giocattoli da giardino vecchi di quindici anni con cui un tempo ci si divertiva."
GLHF on Sports Illustrated ci va ancora più pesante, definendo la campagna "spazzatura": "Modern Warfare 3 è letteralmente il prodotto di un calendario di pubblicazione esigente e sempre più irrealistico, imposto dai rapporti finanziari e dai prezzi delle azioni."
"Un'esperienza scarna e ridotta all'osso, creata quasi unicamente per giustificare la richiesta di più denaro dai consumatori durante una delle epoche più costose che l'utente medio abbia mai vissuto", si legge nell'articolo.
Più diplomatico il commento di GamesRadar+, che ha scritto: "Call of Duty: Modern Warfare 3 possiede una campagna stranamente insipida che ha i suoi momenti, ma che appare affrettata e un po' forzata."
Giusto in tempo, manco a farlo apposta
Alla luce di tutte le polemiche sulla proprietà di Call of Duty e la straordinaria importanza di questo franchise emerse nel corso dei lunghi dibattimenti in merito all'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, è davvero incredibile che il primo episodio del nuovo corso aziendale si sia rivelato un mezzo fail, quantomeno sul fronte della critica.
Sia chiaro: Call of Duty vive del suo multiplayer, come scritto in apertura, e la campagna non rappresenta che un pur piacevole accessorio, una parentesi breve ma intensa con cui molti giocatori si intrattengono quasi fosse un tutorial rispetto al comparto online.
Esattamente come accaduto per Vanguard, il capitolo del 2021, è dunque certamente possibile che le modalità PvP e la rivoluzione open world di Zombie vadano a compensare le mancanze del single player agli occhi della stampa, o che in generale il pubblico ignori le recensioni negative sull'onda del grande entusiasmo che accompagna l'uscita di ogni nuovo Call of Duty.
Se tuttavia, come sostenuto da alcune testate, il problema della campagna di Modern Warfare 3 risiede nelle fitte tempistiche di sviluppo che, nonostante l'alternarsi degli studi, non risultano più compatibili con l'impegno attualmente necessario per realizzare un prodotto di qualità e spessore, è possibile che proprio con l'arrivo di Microsoft la situazione cambi.
Laddove dovesse accadere davvero che la casa di Redmond rinunci alla cadenza annuale di Call of Duty, dimezzando potenzialmente i mostruosi incassi generati da ogni capitolo, sarebbe meglio una pubblicazione di stampo tradizionale ogni due anni o la consolidazione di una piattaforma da aggiornare più frequentemente, magari anche con contenuti di entità minore? Parliamone.