Hai acquistato l'edizione fisica di Call of Duty: Modern Warfare II e tutto soddisfatto corri a casa per infilarla nella tua console e iniziare a giocare. Per l'occasione hai fatto lavare la mimetica che usavi per il soft air e che non tiravi fuori dall'armadio da dieci anni. Il momento è sacro e va vissuto come tale: accendi il televisore e la console, inserisci il disco di gioco, spegni le luci e... solo 70MB di dati? Non sono un po' pochini? Oppure Infinity Ward ha studiato il sistema di compressione dati più efficiente del mondo? Dopo poco viene svelato l'arcano: il resto lo devi scaricare. Stiamo parlando di decine di GB da tirare giù dalla rete. Il rito è rovinato, l'avvio del gioco è rinviato e tu ti ritrovi a guardare il disco come si guarda un preservativo quando si è da soli.
Intanto dalla Germania arriva uno strano venticello. Electronic Arts ha smentito, ma il fatto che si inizi a parlare di abbandono del formato fisico da parte dell'editore USA non può che fa suonare un campanello d'allarme. Del resto, anche acquistare i suoi giochi nei negozi, che valore ha ormai, visto che per giocare bisogna comunque scaricare diversi GB di dati per aggiornarli? C'è la questione collezionismo, che però come motivazione diventa sempre più debole: in quanti, effettivamente, collezionano videogiochi? Oltretutto qui si parla ormai più di collezionare scatole vuote che di altro...
Il formato fisico è sempre più un supporto per qualcosa che esiste solo in un determinato momento e che spesso è solo un accesso a qualcos'altro. Il gioco contenuto nella confezione non è, nella maggior parte dei casi, quello che giocheremo, ma una versione ancora incompleta di un software che va opportunatamente aggiornato per dare il massimo (o semplicemente per essere accessibile). Gli editori non vedono l'ora di uccidere il formato fisico, visto che guadagnano molto di più dalle vendite digitali. Tanti utenti non trovano più alcuna comodità nell'avere i giochi su disco, ma preferiscono riempire le loro librerie digitali e scaricare i dati di gioco quando necessario. In certi casi non è nemmeno necessario farlo (pensate a quelli che giocano in cloud). Quanto resisterà, ancora?
Da qui la domanda del titolo: cosa farne delle copie fisiche dei giochi? Come sottobicchieri sembrano ottimi, ma in realtà non funzionano proprio benissimo perché spesso sono molto scivolosi. Oltretutto quando vengono strusciati su tavoli e lavandini tendono a graffiarsi, producendo un effetto non proprio piacevole. Da questo punto di vista, i vecchi floppy disk 3.5 erano molto più efficienti. L'alternativa è attaccarli sui balconi per scacciare i piccioni. Il dibattito sul funzionamento o meno di questo metodo è ancora accesissimo, ma almeno si da un senso a questi splendidi dischi scintillanti. Voi, conoscete degli usi alternativi? Piaccia o meno, bisogna prepararsi al peggio.
Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.