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Cyberpunk 2077, la reazione del pubblico è eccessiva? Di chi è la colpa?

Ormai il caso Cyberpunk 2077 ha superato il livello di guardia, diventando per alcuni un vero e proprio psicodramma, ma di chi è la colpa?

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   28/12/2020

Molti si stanno lamentando delle reazioni eccessive al caso Cyberpunk 2077. Buona parte dei videogiocatori sembra aver sviluppato un fortissimo odio verso il gioco di CD Projekt Red e verso lo studio polacco stesso. Per molti la questione è diventata quasi personale, tanto da inondare la rete di critiche, reiterandole in ogni dove anche in forme molto violente. Il fiume di bile che si è riversato contro il gioco rischia di affogarne i meriti? Sicuramente, ma la colpa è di CD Projekt e di chi gli ha fatto da cassa di risonanza per tutti questi anni, non certo del pubblico.

Lo studio polacco si è meritato tutte le critiche ricevute. Meglio: si è meritata l'immensa ondata di palta che l'ha travolto dopo il lancio delle versioni PS4 e Xbox One, sia per le loro condizioni indecenti, sia per come ha provato a ingannare i videogiocatori nascondendole alla stampa. La reazione è stata forte perché forte era l'hype creato dalla software house in collaborazione con la stampa e gli influencer. Chi si stupisce di una reazione proporzionata alle attese, create artificialmente a botte di dichiarazioni roboanti, o è in malafede, o è un ingenuo o, peggio, è entrambe le cose.

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Il marketing dello studio polacco ha passato anni ad urlare all'avvento del nuovo messia dei videogiochi, risultando spesso anche molto arrogante. La comunicazione è stata montata ad arte per far crescere l'hype a dismisura, in modo da favorire l'acquisto compulsivo, tanto che Cyberpunk 2077 ha visto 8 milioni di prenotazioni e più di 13 milioni di copie complessive vendute in dieci giorni.

Naturalmente per ottenere un risultato simile i maghi del marketing non si sono rivolti al lato razionale dei videogiocatori, ma a quello più emotivo e istintivo. Certo, possiamo discutere di quanto il pubblico attuale si genufletta con estrema facilità di fronte a qualsiasi venditore di pozioni dell'eterna giovinezza e di quanto consideri ogni suo acquisto come una specie di atto religioso, prodromo della vita eterna. Possiamo anche discutere di come i social network abbiano moltiplicato gli atteggiamenti morbosi verso gli eventi, con tanti, troppi, che finiscono in preda a una forte ansia se non possono partecipare al fenomeno del momento, scrivendo magari qualcosa di finto intelligente o mostrando foto in cui fanno gli idioti con l'oggetto del desiderio della loro bolla social per le prossime 24 ore.

Detto questo, se tu software house credi che sia giusto sfruttare l'emotività del pubblico per vendergli una versione console ben al di sotto delle aspettative, poi devi anche accettare di finire nel tritacarne nel caso qualcosa non vada come pianificato. È naturale che più hai costruito un hype gigantesco, più la reazione in caso di fallimento sarà smodata. Stare qui a stupirsi perché il cane ti ha morso dopo che lo hai affamato per giorni, dandogli infine un osso di plastica, è patetico. Alcuni stanno esagerando? Assolutamente sì, ma non è questo il punto.