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Dive in the Past: archeologia subacquea nel Mediterraneo in un videogioco made in Italy

Dive in the Past è un gioco gratuito mobile sviluppato in collaborazione con l'Università di Calabria che consente di svolgere archeologia subacquea nel Mediterraneo.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   15/04/2021

Dive in the Past è un nuovo videogioco sviluppato in Italia e tutto incentrato sull'archeologia subacquea nel Mediterraneo, realizzato da un'azienda collegata all'Università di Calabria con l'obiettivo di far conoscere al mondo il patrimonio archeologico sottomarino del Mare Nostrum.

Si tratta di un progetto sviluppato con intento educativo ma in cui non mancano elementi da videogioco vero e proprio, essendo comunque totalmente interattivo e consentendo una certa libertà di esplorazione dei fondali marini reali presso alcuni luoghi specifici del Mediterraneo, in corrispondenza di siti archeologici importanti.

Disponibile gratuitamente per tutti i dispositivi mobile, su Google Play e su App Store, Dive in The Past è stato realizzato dalla 3D Research, un'azienda spin-off dell'Università della Calabria, con il coinvolgimento di cinque Paesi europei e dà modo di vivere in prima persona l'emozione di tuffarsi nelle profondità del mare e muoversi in mezzo al relitto di una nave greca affondata nel V secolo A.C. o tra le misteriose sculture del Ninfeo di Punta dell'Epitaffio nel golfo di Pozzuoli.

Questo avviene tramite una fedele ricostruzione in 3D di tali ambientazioni, esplorabili attraverso un sistema che simula il controllo di un sottomarino per le esplorazioni archeologiche, prevedendo anche l'utilizzo di vari strumenti come sonar e altro per poter effettuare le rilevazioni.

La tecnologia messa a punto permette di generare un modello tridimensionale che integra una batimetria generale dell'ambiente subacqueo, ottenuta mediante un sonar multibeam, con l'elaborazione di centinaia di foto subacquee scattate dai sub o da veicoli filoguidati. Grazie a questa metodologia i creatori del gioco sono stati in grado di ottenere tutta una serie di modelli 3D in grado di rappresentare in maniera realistica il fondale con i reperti archeologici, ma anche la flora e la fauna che popolano l'ambiente marino.

"Per realizzare il gioco è stata fondamentale la collaborazione con gli Enti che tutelano i siti culturali sommersi in cui è ambientato il gioco, spiega Fabio Bruno, presidente della 3D Research, che ha curato il progetto, Abbiamo infatti avuto l'autorizzazione e il prezioso supporto del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, dell'Istituto Centrale per il Restauro, dell'Eforato per le Antichità Subacquee del Ministero della Cultura e dello Sport della Grecia, dell'Università di Zara. Importantissima è stata, inoltre, la collaborazione con gli archeologi subacquei che ci hanno guidato nella modellazione 3D".

"Dive in The Past si inserisce in una nuova categoria di videogame chiamata turismo video-ludico, spiega Marco Cozza, Direttore Tecnico di 3D Research. Il suo principale obiettivo è quello di stimolare l'interesse del pubblico nei confronti del Patrimonio Culturale Subacqueo, sensibilizzarlo all'importanza della sua valorizzazione e favorire un rilancio del turismo di settore".

Il gioco vuole dunque stimolare una sorta di turismo virtuale su queste zone e far conoscere sia i siti archeologici specifici che la tecnologia utilizzata per scoprirli ed esplorarli. Tra i siti visibili in Dive in the Past troviamo:

  • La nave Oreste (Baia di Trsteno, Montenegro): una grande nave cargo, affondata dopo essere saltata su una mina, durante la Seconda Guerra Mondiale
  • Il Relitto di Gnalić (Biograd Na Moru, Croazia): una celebre nave a remi conosciuta come "la Gagliana rossa", in rotta da Venezia a Costantinopoli, affondata in circostanze misteriose alla fine del '500, qualche anno dopo la battaglia di Lepanto, insieme al suo preziosissimo carico
  • Il Ninfeo Imperiale di Punta dell'Epitaffio (Golfo di Pozzuoli, Italia): parte del ben più grande complesso del Parco Archeologico Sommerso dell'antica Baiae, città romana particolarmente nota e ricca in età imperiale, sprofondata lentamente nel mare a causa del fenomeno del bradisismo e forse il sito archeologico sottomarino più importante d'Italia
  • Il relitto di Peristera (al largo dell'omonima isola greca): una nave commerciale, di notevoli dimensioni per l'epoca, affondata nel V secolo a.C. mentre trasportava un carico di anfore vinarie da 125 tonnellate, tuttora adagiato sul fondale a circa 25 m di profondità