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Elden Ring: il gameplay è esattamente ciò che ci aspettavamo, e va benissimo così

La presentazione del gameplay di Elden Ring ha fornito solo delle conferme rispetto a ciò che ci aspettavamo dal nuovo titolo di From Software.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   05/11/2021

Ci sono filoni videoludici che hanno dato tanto, forse tutto, e da cui ci si aspetta inevitabilmente qualcosa di nuovo a ogni uscita; e altri che invece hanno ancora parecchio carburante, perché arrivati solo negli ultimi anni, magari come una semplice variazione sul tema rispetto a generi già consolidati.

È ovviamente il caso di Elden Ring, presentato ieri da From Software con un lungo video di gameplay che non ha fatto altro che confermare tutto ciò che ci aspettavamo dal gioco. Un progetto prevedibile? Miyazaki incapace di sfornare nuove idee? La fiera del riciclo? No, in realtà va benissimo così.

Elden Ring, il protagonista si affaccia sull'open world
Elden Ring, il protagonista si affaccia sull'open world

Il gameplay di Elden Ring ci ha fatto riflettere sul cosiddetto sottogenere dei soulslike e su come sia riuscito, nel corso degli anni, a ritagliarsi una fetta di grandi appassionati: persone entusiaste di questa formula apparentemente sadica e troppo punitiva, forse perché vi ritrovano la sfida che in teoria dovrebbe far parte di ogni esperienza di gaming.

Nella pratica, come sappiamo, le cose sono andate diversamente: sono lontani gli anni dei coin-op e delle sale giochi piene di fumo, dei titoli difficili perché dovevano innanzitutto fare cassa, degli eroi che riuscivano a portare a termine con un'unica monetina questo o quel classico, finendo per essere portati in trionfo dagli altri frequentatori del locale.

Elden Ring, il nostro personaggio a cavallo esegue un salto spettacolare
Elden Ring, il nostro personaggio a cavallo esegue un salto spettacolare

Torniamo però al nuovo progetto di From Software, che come dicevamo corrisponde all'idea che ci eravamo fatti prima ancora che venisse presentato. L'innegabile novità della struttura open world viene in questo caso sapientemente integrata da dungeon che ricreano la formula tradizionale dei soulslike, e in cui ci si trova a combattere in spazi ristretti, con i nemici che possono spuntare letteralmente da ogni angolo.

Pur essendo liberi di girare e di esplorare il suggestivo mondo creato per lo studio giapponese dallo scrittore George R.R. Martin, potremo visitare zone che corrispondono all'idea classica del level design in stile Souls e affrontare boss che si preannunciano notevoli, tanto per il design quanto per i pattern di attacco e difesa, che dovremo per forza di cose studiare e memorizzare.

Scendendo nel dettaglio delle meccaniche implementate in Elden Ring, si ritrovano diversi elementi visti nelle precedenti produzioni targate From Software, pur opportunamente rimaneggiati, che danno l'idea di una vera e propria sintesi dell'esperienza maturata finora dal team di sviluppo nipponico.

Ci sono ovviamente ancora dei dubbi e aspetti del gioco che necessitano di essere chiariti, ma lo scenario oggi è ben diverso rispetto a quello di solo qualche mese fa. Si notano asset riutilizzati qui e lì, una pulizia ancora approssimativa dal punto di vista tecnico e, in generale, un approccio tutt'altro che rivoluzionario, bensì conservativo ma votato a un sostanziale potenziamento dell'esperienza.

Era quello che vi aspettavate anche voi da Elden Ring? C'è qualche cosa che non torna, su cui nutrite delle perplessità? Speravate in un prodotto diverso o anche per voi va benissimo così? Parliamone.