37

F1 Delta Time chiude e tutti i suoi NFT sono stati cancellati per sempre

F1 Delta Time, uno dei più grossi giochi basati su NFT, ha chiuso i battenti e ora gli NFT acquistati dagli utenti non valgono più nulla.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   11/04/2022

F1 Delta Time, uno dei più grossi giochi basati sulla compravendita di NFT ha chiuso i battenti cancellando tutti i suoi NFT, che ora non valgono più nulla. Anzi, non esistono più, visto che sono stati cancellati. Insomma, gli utenti finali contano sempre meno di zero, decentralizzazione o meno.

F1 Delta Time fu lanciato nel 2019 come uno dei primi giochi con NFT su licenza. Il 15 marzo 2022 ne è stata annunciata la chiusura per il giorno successivo, il 16 marzo 2022. Animoca Brands, lo sviluppatore, non ha dato tempo agli utenti nemmeno di rendersi conto di quello che stava accadendo e ha bloccato i server.

F1 Delta Time era basato sulla criptomoneta Ehterum, che i giocatori potevano convertire in REVV, i token proprietari di Animoca, utilizzabile per acquistare gli oggetti di gioco sotto forma di NFT.

Sicuramente molti di voi non conoscevano F1 Delta Time, ma si trattava di un titolo di punta per l'affermazione del modello play-to-earn, uno di quelli di cui venivano vantate le vendite di NFT per cifre folli, come un'auto di diamanti (ovviamente virtuali) andata via per 100.000 dollari.

Il motivo della chiusura? Il gioco sembra aver perso la licenza ufficiale della Formula 1. Un colpo letale per un sistema economico basato proprio sulla vendita di oggetti digitali su licenza. E gli NFT? Sono stati tutti cancellati, insieme alla credibilità della favoletta del possesso dei beni digitali su blockchain. Lo sviluppatore sta compensando i possessori dandogli token per altri suoi giochi basati su blockchain, ma evidentemente i giocatori che avevano investito tempo e soldi in F1 Delta Time non ne sono soddisfatti e si sentono truffati. Come dargli torto?

Del resto la promessa degli NFT è quella della loro unicità e del possesso degli stessi da parte degli acquirenti, che dovrebbe sopravvivere ai giochi stessi grazie alle mitologiche blockchain. Invece pare che non sia proprio così e che abbiano un padrone che non è il possessore, al di là di token e belle parole.