FIFA 21 sembra essere protagonista di un altro caso di gestione problematica delle sue micro-transazioni, ancora una volta riguardante un ragazzo di 13 anni alle prese con i pacchetti di FIFA Ultimate Team, questa volta con oltre 8000 dollari spesi da un ragazzo in pochi giorni durante il lockdown, lasciando la madre alquanto disperata.
La storia viene riportata da Windows Central, con il noto giornalista Jez Corden che ne approfitta per fare un'interessante riflessione su come FIFA 21 non sia esente da colpe in questa spirale verso la ludopatia in cui il ragazzo sembra essersi lanciato nel giro di pochi giorni.
La madre ha scritto una lettera sul network "Mumsnet", sul quale vari genitori possono scambiarsi riflessioni e aneddoti, spiegando come il ragazzo, di 13 anni, abbia avuto difficoltà ad affrontare la chiusura del lockdown e il distanziamento sociale imposto. I genitori a quanto pare hanno allentato un po' il controllo sul suo utilizzo di videogiochi e il tredicenne ha passato parecchie ore su vari videogiochi e in particolare su FIFA 21, notando solo un comportamento un po' più chiuso del solito ma nulla di troppo evidente.
La questione è esplosa pochi giorni dopo per il blocco imposto alla carta di credito e la scoperta di una serie di transazioni fatte attraverso Xbox per un totale di 6000 sterline, ovvero oltre 8000 dollari, pagati in micro-transazioni soprattutto su FIFA 21 nel giro di tre mesi. Il ragazzo ha ammesso di essersi fatto prendere la mano e di aver perso la cognizione delle spese effettuate, pentendosi amaramente di quanto fatto.
Come fa notare Corden, è facile scaricare la colpa sui genitori che non sono stati in grado di controllare le azioni del figlio e non hanno impostato i dovuti sistemi di sicurezza per evitare acquisti folli, ma bisogna anche notare come un ragazzo adolescente in una situazione psicologicamente difficile come può essere stata quella del lockdown può essere maggiormente portato a farsi prendere dai meccanismi perversi delle "casse premio" e delle micro-transazioni, anche per la volontà di competere online in un sistema di gioco che diventa un momento di socializzazione importante.
Sotto questo aspetto, secondo il giornalista anche i sistemi di classificazione dovrebbero fare qualcosa di più pre chiarire meglio ai genitori il funzionamento di certi meccanismi di gioco. Detto questo, le responsabilità dei genitori sono comunque innegabili, e proprio per il fatto di trovarsi in una situazione delicata, a maggior ragione sarebbe necessario seguire più da vicino le azioni dei figli e conoscere meglio il funzionamento dei videogiochi su cui passano molto tempo.
Proprio FIFA 21 era finito sotto accusa in USA per il suo sistema di gestione dinamica della difficoltà, che secondo uno studio veniva alzata artificiosamente proprio per stimolare gli acquisti in-app, accuse respinte da EA, la quale ha negato di spingere gli utenti verso FUT e le casse premio. Nel frattempo, in ogni caso, qualcosa sta cambiando, con il gioco che ora permette di comprare elementi cosmetici senza usare le loot box.