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La Formula 1 sta facendo cambiare nome ad alcuni famosi influencer, anche con lettere di diffida

Alcuni influencer legati al mondo della F1 stanno cambiando i loro nomi online, apparentemente a causa di lettere legali inviate dalla Formula 1.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   19/08/2024
Una monoposto Ferrari di F1

Negli ultimi tempi, diversi creatori di contenuti legati alla Formula 1 hanno modificato improvvisamente i loro nomi online, sollevando domande sul motivo di questi cambiamenti. Anche se molti di loro non hanno fornito spiegazioni dettagliate, sembra che la Formula 1 stia inviando ordini di "cease and desist" (lettere di diffida) a chi monetizza contenuti utilizzando il marchio F1. Questo ha portato diversi influencer a ripensare le loro identità digitali.

Tra i cambiamenti più evidenti c'è stato quello del podcast Paddock Project, precedentemente noto come F1r the Girls. Nonostante non abbia menzionato esplicitamente la ricezione di una lettera legale, il podcast ha dichiarato che il nuovo nome "riflette dove siamo e dove vogliamo arrivare". Un altro esempio è l'influencer Mikaela Kostaras, che ha recentemente cambiato il suo nome da "shelovesf1" a "shelovesvrooms". In un video, ha lasciato intendere di aver ricevuto un ordine di "cease and desist", invitando gli spettatori a "immaginare" di essere costretti a non poter regalare biglietti acquistati di tasca propria, un'attività che lei stessa ha recentemente svolto. In risposta a un commento, ha aggiunto: "C'è un motivo se tutti stanno cambiando il proprio brand in questo momento, e non è solo per divertimento".

@shelovesvroomss imagine #f1contentcreators ♬ original sound - shelovesvroomss

Toni Cowan-Brown, commentatrice e analista del mondo F1, ha confermato in un video che si parla di queste lettere di diffida già da sei mesi. Ha chiarito che la Formula 1 sta concentrando i suoi sforzi legali su quei creatori che utilizzano il marchio F1 per fini commerciali o che cercano di far credere al pubblico di essere ufficialmente associati all'organizzazione, pur non avendo alcuna autorizzazione in merito.

Cowan-Brown ha anche sottolineato come questo approccio sia diverso da quello adottato da altre organizzazioni sportive, come la NBA, che permette una maggiore libertà nella condivisione di contenuti online. Il commissario della NBA, Adam Silver, ha in passato dichiarato che i contenuti condivisi dai fan, inclusi gli highlights delle partite, rappresentano una forma di marketing. Questo confronto evidenzia come la Formula 1 sia particolarmente rigorosa nella gestione e protezione del proprio brand.

Tuttavia, la Formula 1 ha sempre dimostrato un atteggiamento particolarmente severo nella protezione del proprio marchio. In passato, ha inviato una "serie di lettere legali" al pilota Lewis Hamilton, chiedendogli di smettere di pubblicare clip della F1 sui social media. Successivamente, con l'acquisizione della Formula 1 da parte di Liberty Media, sono state rilassate le linee guida che vietavano ai piloti e ai team di postare clip dal paddock.

Voi che cosa ne pensate di questo tipo di approccio così aggressivo nella tutela dei propri marchi? Diteci la vostra nei commenti qua sotto.