Gabe Newell, il celebre capo di Valve e Steam, ha detto la sua sulla questione crescente degli NFT e delle criptovalute applicata ai videogiochi, sostenendo di apprezzare la tecnologia alla base di queste e il loro concetto, ma disprezzando invece gli attori che sono attualmente coinvolti nel loro utilizzo, ovvero il modo in cui NFT e criptovalute vengono utilizzati nel contesto videoludico.
"Bisogna separare la tecnologia alla base di queste cose e gli attori che stanno utilizzando questa tecnologia", ha risposto Newell alla domanda su cosa ne pensi di NFT e criptovalute applicate. "È come essere un chimico e guardare la nitrocellulosa pensando a tutte le cose interessanti che vi si possono fare. La tecnologia sottesa ai Distributed Ledgers e la nozione di possesso digitale, gli universi condivisi, sono tutte cose ragionevoli", ha spiegato il numero uno di Valve.
Si tratta di una presa di posizione interessante e condivisibile sotto diversi aspetti, nonostante vada apparentemente in conflitto con il sentimento comune di gran parte dell'utenza videoludica nonché degli sviluppatori stessi, che generalmente rifiutano l'idea degli NFT. Tuttavia, questa avversione è dovuta proprio a un utilizzo discutibile di queste tecnologie, come sostiene anche Newell: "La gente coinvolta in questi elementi, tuttavia, tende ad essere inserita in attività criminali e comportamenti veramente ambigui", ha aggiunto il capo di Valve.
"Dunque il problema riguarda gli attori, piuttosto che la tecnologia alla base di questi elementi o anche la ragione che ci spinge a prendere in considerazione e utilizzare questi strumenti". D'altra parte, la questione era stata presa in esame già negli anni passati da Steam, quando il sistema introdusse il pagamento attraverso bitcoin per poi eliminarlo nel 2017: "A un certo punto Steam aveva iniziato ad accettare le criptovalute come pagamenti, ma questo fece arrabbiare un sacco di utenti. C'era infatti il problema della volatilità, che è una cosa molto negativa in un medium basato sullo scambio".