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Game of the Year: quant'è importante questo titolo?

Con grandi fanfare, ieri sono stati annunciati i candidati ai The Game Awards 2022: ce ne importa veramente così tanto?

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   15/11/2022

La tradizione del Game of the Year si perde nella nebbia dei tempi, visto che sono decenni che ogni gioco con un minimo di notorietà finisce in qualche modo per fregiarsi di tale titolo, per giustificare magari una riedizione onnicomprensiva o un qualche rilancio sul mercato. Di fatto, questo modo di concepire il "GOTY" non lo rende molto dissimile dai vari "campione del mondo" di pizza che troviamo praticamente in metà delle pizzerie italiane: parafrasando il saggio Sindrome ne Gli Incredibili, "se tutti sono campioni del mondo allora nessuno lo è", e una roba del genere si può adattare facilmente ai premi per i videogiochi sparsi in questo modo. Tutto questo ci porterebbe a pensare il GOTY come una sorta di tradizione di fine anno, a metà tra la goliardia e la cena aziendale di Natale, che ogni testata decide di assegnare con procedure e con categorie proprie. Da una parte, questo consente di fare anche delle interessanti panoramiche sull'annata videoludica appena trascorsa e, dall'altra, consente di mantenere viva la discussione in un periodo in cui magari non c'è molto da rilevare, sul piano delle novità.

Forse anche in risposta a questa frammentarietà delle premiazioni, di recente l'attenzione si sta concentrando soprattutto sui The Game Awards e pochi altri eventi annuali di grosso calibro e, come conseguenza, la discussione sui giochi dell'anno ha assunto proporzioni notevoli, di pari passo con l'aumento di dimensioni dell'evento organizzato da Geoff Keighley. Da serata un po' caciarona e alquanto naïf come la versione che inizialmente andava in onda su SpikeTV, l'evento moderno ormai sembra voler ricalcare a tutti i costi gli stilemi hollywoodiani, con grandi ospiti, tappeti rossi e cotillon. Voler scimmiottare a tutti i costi il mondo del cinema continua a non sembrare proprio il modo migliore per smarcare finalmente il videogioco come "forma d'arte" contemporanea e autonoma, ma se non altro funziona per attirare l'attenzione dei media.

I videogiochi puntano su una quantità di generi, modalità espressive e di fruizione enorme, che difficilmente può essere ben rappresentata in ogni suo aspetto nel corso di una serata di gala, ma il problema è che, oltretutto, anche tutte le altre iniziative di "awards" vari sembrano appiattirsi tutte sullo stesso indirizzo, al di là di quelle specifiche come gli IGF Awards per i titoli indie.

Game of the Year eThe Game Awards: hanno veramente importanza?
Game of the Year eThe Game Awards: hanno veramente importanza?

La critica dovrebbe cercare di valorizzare le produzioni di ogni tipo e mettere più o meno in luce i giochi all'interno di tutto l'ampio spettro di titoli che escono ogni anno e le singole recensioni, nel loro operato standard, cercano in effetti di restituire una visione variegata dell'estetica in questa particolare forma espressiva, ma è ben difficile condensare la diversità tipica dei videogiochi in una serie di premi annuali, specialmente quando ci si limita a pescare fra pochi giochi stranoti e già ben sostenuti da media e publisher.

La domanda dunque è: quanto valore date al titolo di GOTY nelle vostre scelte e nei vostri gusti in termini di videogiochi? Tornando sulla questione dei tanti premi presenti, bisogna peraltro rilevare come l'evento di Geoff Keighley stia fagocitando un po' tutti gli altri e questo rischia di creare un po' una sorta di egemonia del gusto che tende a prendere le scelte fatte in tale serata come parametri oggettivi sulla qualità dei giochi sul mercato.

Nella "migliore" delle ipotesi, sembra che si voglia cercare di dimostrare la sopraggiunta maturità del medium cercando di inseguire Hollywood e proponendo una propria versione della serata degli Oscar, senza però contare su criteri di scelta che derivino da una formazione rigorosa e "accademica" come quella che caratterizza una forma d'arte ormai consolidata come il cinema. Nella peggiore, potrebbe sembrare una sorta di enorme spot pubblicitario, che ha però dalla sua il grande lato positivo di rappresentare anche un'ottima occasione per presentare novità molto interessanti per tutto il panorama videoludico. E non dubitiamo, sinceramente, che la maggior parte degli appassionati segua la serata solo per gli annunci e i trailer "world premiere" (rigorosamente col vocione baritonale) piuttosto che per conoscere i vincitori nelle varie categorie.

Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.