Il Pixel 9a, ultimo smartphone di fascia media targato Google, è stato recentemente smontato e analizzato dal canale YouTube PBKReviews. Il teardown arriva in anticipo rispetto alla sua commercializzazione, prevista per il 14 aprile in Italia. Questa anticipazione è dovuta a un ritardo nelle vendite causato da un potenziale problema di surriscaldamento, anche se Google non ha ancora fornito dettagli precisi sulla questione.
Una progettazione semplice ma efficace
PBKReviews ha mostrato come il Pixel 9a sia costruito in modo piuttosto semplice da smontare, un elemento positivo per la riparabilità. La cover posteriore, realizzata in plastica invece che in vetro, può essere rimossa applicando calore e utilizzando una ventosa e plettri. La scelta della plastica, meno fragile rispetto al vetro, riduce il rischio di rotture durante l'apertura del dispositivo.
Una volta aperto, lo smartphone rivela una vapor chamber per la gestione della temperatura, un elemento interessante per un dispositivo di fascia media. Inoltre, Google ha implementato fogli di rame fissati con pasta termica sui componenti principali come processore e memorie per migliorare la dissipazione del calore.
Qualche ostacolo nella rimozione della batteria
Nonostante la buona progettazione generale, il Pixel 9a presenta alcuni punti critici. La linguetta per la rimozione della batteria non è particolarmente efficiente: è sottile e si spezza facilmente durante il processo di estrazione, obbligando spesso all'uso di alcool isopropilico per ammorbidire l'adesivo. Inoltre, alcuni componenti della motherboard risultano saldati, come la porta USB-C e il lettore SIM. Questa scelta progettuale può complicare e rendere più costose eventuali riparazioni. Potete leggere tutte le informazioni sul prodotto nel nostro articolo dedicato.
Nel complesso, il Google Pixel 9a ha ottenuto un punteggio di 7,5 su 10 per la riparabilità. Tra i punti positivi c'è la facilità di accesso al dispositivo anche dal display, un aspetto che semplifica la sostituzione dello schermo senza dover smontare l'intero smartphone. Tuttavia, la difficoltà nella rimozione della batteria e la presenza di componenti saldati sono elementi critici.