Secondo il Financial Times, Google starebbe valutando la possibilità di far pagare gli utenti per l'utilizzo dei suoi servizi di intelligenza artificiale.
Sebbene i dettagli non siano ancora definiti, la situazione dovrebbe essere di questo genere: una serie di funzioni avanzate potrebbero diventare a pagamento, mentre le altre rimarrebbero accessibili gratuitamente.
Il modello di business potrebbe includere l'accesso a "servizi non essenziali" tramite un paywall che limiterebbe l'utilizzo delle funzioni premium, coinvolgendo direttamente anche gli utenti Apple.
FT suggerisce che questi servizi potrebbero essere inclusi nell'abbonamento One AI Premium di Google, che ha già introdotto funzionalità come Gemini su Gmail e Docs.
Le motivazioni dietro il gesto
L'idea di introdurre una tassa sull'uso dei servizi di intelligenza artificiale su dispositivi Apple potrebbe derivare dall'obiettivo di recuperare l'ingente investimento che Google perpetua al fine di mantenere il suo motore di ricerca come opzione predefinita su Safari, il browser principale su iPhone e iPad.
Sebbene il Digital Markets Act (DMA) abbia modificato le dinamiche che riguardano i browser della Mela, ciò vale principalmente per l'Europa; il rapporto commerciale tra le due società rimane intatto in altre parti del mondo.
Richiedendo un pagamento dagli utenti per l'utilizzo dei servizi di intelligenza artificiale, Google potrebbe recuperare una parte dei fondi annualmente trasferiti a Cupertino.
Per quanto riguarda il discorso generico, se il motore di ricerca diventasse a pagamento si tratterebbe di un cambiamento significativo per il core business di Google, finora sempre gratuito.
La ricerca tradizionale rimarrà in ogni caso gratuita grazie alla visualizzazione di annunci pubblicitari, che gli utenti continueranno a vedere anche se aderiscono all'abbonamento.
L'intelligenza si paga?
A metà marzo, il giornalista di Bloomberg Mark Gurman ha rivelato che Google stava negoziando con Apple per portare l'intelligenza artificiale di Gemini su oltre 2 miliardi di dispositivi Apple, evidenziando allo stesso tempo ancora una volta quanto la casa sia indietro su questo fronte tecnologico.
Da oltre un anno si vocifera che Apple stia internamente testando Apple GPT, un chatbot basato su un modello linguistico proprietario chiamato Ajax, con l'obiettivo di integrare funzionalità direttamente su iOS 18, anziché affidarsi al cloud.
Tuttavia, le fonti indicano che la tecnologia di Apple potrebbe essere ancora inferiore rispetto a quella di Google e di altri concorrenti, suggerendo la possibilità di una partnership.
Non è escluso che, in mancanza di un accordo con Google, Apple possa considerare altri fornitori, come OpenAI.
Considerando gli ingenti investimenti di Google nell'intelligenza artificiale e l'ampia gamma di funzionalità già disponibili, l'integrazione di funzionalità alimentate dall'IA nella ricerca rappresenterebbe un'evoluzione interessante.
Gli ingegneri stanno attualmente sviluppando le funzionalità premium, mentre la dirigenza di deve ancora prendere una decisione finale sull'implementazione del piano.
Se venisse integrato in One AI Premium, diventerebbe parte dell'abbonamento mensile di 21,99 euro.
Sebbene non ci sia ancora una data definita per il lancio di queste funzionalità, il rapporto suggerisce che potremmo avere un'anteprima di queste innovazioni già al prossimo evento I/O 2024, previsto il mese prossimo.