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La maggior parte dei giocatori preferisce i giochi single player, secondo un nuovo studio

Secondo un nuovo studio di Midia, la maggior parte dei giocatori preferisce i giochi single player, anche se c'è un certo equilibrio con i giochi multiplayer.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   03/10/2024
God of War Ragnarok è un gioco single player

Stando a un nuovo studio della compagnia Midia, la maggior parte dei videogiocatori preferisce i giochi single player, anche se il distacco con chi preferisce i giochi multiplayer non è enorme. Si parla rispettivamente del 53% e del 47% del totale.

Il risultato è comunque interessante, visto che attualmente il grosso del mercato dei videogiochi è fatto da titoli mobile, live service o da qualsiasi altro genere possa venirvi in mente che sia infarcito di microtransazioni.

In particolare i live service sembrano aver compresso il mercato di tutti gli altri, per via dell'investimento di tempo che richiedono per essere giocati. Quindi lo spazio a disposizione è sempre più stretto, come è apparso drammaticamente evidente negli ultimi anni.

Ritorno al single player

Comunque sia, piazzare un live service viene considerato come vincere alla lotteria, dato che garantisce ricavi continui per anni. Proprio la difficoltà di riuscita sta però facendo diventare di nuovo appetibile finanziare i giochi single player. Anzi, lo studio sottolinea proprio come gli studi che si sono occupati per anni di single player abbiano avuto enormi difficoltà a lanciare dei live service di successo e non sono riusciti a scalfire colossi come Fortnite, League of Legends, Roblox, Minecraft e altri ancora.

Il grafico di Midia
Il grafico di Midia

Midia cita fallimenti come quello di Hyenas di Creative Assembly e The Last of Us Online di Naughty Dog, entrambi cancellati prima di uscire, oltretutto dopo anni di sviluppo. Quindi fa un elenco di altre software house che hanno avuto dei risultati disastrosi: Crystal Dynamics (Marvel's Avengers), BioWare (Anthem), Platinum Games (Babylon's Fall) e Arkane (Redfall).

Per Midia si tratta di investimenti sbagliati, visto che i giochi single player di questi studi hanno generato ricavi per centinaia di milioni di dollari, un patrimonio andato perso con il passaggio ai live service, che vivono ormai in uno spazio definito "sovrasaturo".

Quindi gli editori devono provare a ridurre i costi per affrontare un mercato sempre più impegnativo. La strada per farlo sarebbe quella di tornare ai single player, modello che ha fatto registrare diversi successi negli ultimi anni. Pensiamo ai vari Zelda, Marvel's Spider-Man 2, Elden Ring (25 milioni di copie vendute), Black Myth: Wukong (più di 20 milioni di copie vendute) e tanti altri ancora. Del resto la metà dei giocatori li preferisce, quindi perché non provare ad accontentarli?

Ma per quale motivo? Intanto c'è il fatto che i giocatori crescono. Lo studio rileva che verso i 25 anni la vita inizia a farsi più impegnativa per tutti e diminuisce il tempo da dedicare ai videogiochi, rendendo i live service un investimento troppo oneroso per molti (da notare che proprio con il crescere dell'età aumenta la preferenza per i single player). Insomma, con l'intera economia dell'attenzione che va saturandosi, i single player appaiono come dei rifugi sicuri per molti. Inoltre, nonostante l'aumento dei costi di produzione dei giochi single player AAA degli ultimi anni, molti progetti sono comunque meno costosi dei live service più grossi, che hanno degli enormi costi di acquisizione dei giocatori e di mantenimento delle infrastrutture.