La contraffazione è un tema piuttosto comune al giorno d'oggi, e le notizie inerenti ad arresti per possesso e produzione di merce contraffatta non sono poi così isolate. Neanche le schede video sono state risparmiate dal pool di oggetti con cui fare soldi producendo un falso. Non è la prima volta che sentiamo parlare di CPU cinesi contraffatte immesse sul mercato, un fenomeno cresciuto esponenzialmente proprio nel periodo COVID, nel momento in cui vi è stata un'effettiva carenza di produzione da parte dei produttori ufficiali e quando il mining di criptovalute ha raggiunto il suo apice.
La polizia cinese ha annunciato di aver arrestato un gruppo di 22 persone coinvolto nella vendita di GPU contraffatte, sequestrando un bottino di schede video fasulle per un valore totale di due milioni di dollari. Non è purtroppo un caso che il fulcro della produzione di schede contraffatte sia proprio la Cina, uno dei paesi con il più alto tasso di contraffazione in ambito tecnologico.
La metodica della banda sgominata era tanto semplice quanto redditizia: alcune persone si occupavano di acquistare schede video usate e di seconda mano, molte delle quali deterioriate da sessioni di mining, un altro gruppo si occupava di ripulirle per poi passarle a chi le avrebbe rivendute. Può sembrare assurdo ma non è poi così difficile entrare in possesso di una di queste schede, tanto che a volte, l'ottimo lavoro compiuto da queste organizzazioni ha tratto in inganno persino alcuni rivenditori negli Stati Uniti.
Il fenomeno è divenuto però talmente diffuso che la polizia cinese si è messa a caccia di questi gruppi, compiendo l'arresto sopracitato qualche giorno fa a Bincheng, sgominando un giro di affari milionario. Il consiglio diramato dalle autorità è quello di fare un controllo accurato da parte degli utenti prima dell'acquisto, evitando gli annunci di vendita che appaiono fin troppo vantaggiosi e di rivolgersi solamente a fornitori ufficiali e affidabili.