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Lo State of Play deve essere scoppiettante se Sony vuole interrompere la catena di errori che ha commesso

Lo State of Play di questa sera è fondamentale per l'immagine di Sony, che non può permettersi errori dopo la catena di brutte figure in cui è stata coinvolta.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   24/09/2024
Concord è stato un fallimento

Sony ha tutto da dimostrare con lo State of Play di questa notte. La speranza è che sia scoppiettante e che ci siano almeno un paio di annunci galvanizzanti (non chiedo molto), che rompano la catena di errori marchiani che ha commesso negli ultimi mesi, creando un grosso malcontento (che non si è tradotto in una diminuzione sensibile delle vendite, va detto).

Se guardiamo solo alla seconda metà del 2023 e al 2024 finora, abbiamo delle situazioni davvero paradossali, tanto che a gestirle non sembra essere stata la prima della classe, da più di trent'anni sul mercato dei videogiochi. Basti pensare all'ottimo avvio di Helldivers 2, uno dei pochi live service della compagnia ad aver funzionato davvero, rovinato da una gestione post lancio che definire discutibile è un eufemismo. Come dimenticarsi del tentativo di imporre ai giocatori PC di registrare un account PSN e collegarlo a Steam, che ha generato una vera e propria rivolta popolare?

Rompi la catena

Ma procediamo in ordine sparso citando qualche altro caso: il remake di Until Dawn, che non voleva praticamente nessuno, considerando che l'originale è ancora perfettamente giocabile e gira una meraviglia in retrocompatibilità su PS5, facendo oltretutto la sua figura; l'edizione rimasterizzata di The Last of Us Parte 2, anch'essa necessaria come una pelliccia a Riccione a luglio; il caso Concord, lanciato e ritirato nel giro di due settimane a causa delle vendite disastrose; l'annuncio di PlayStation 5 Pro, fatto con filmati di giochi della generazione PlayStation 4 e condito da un prezzo elevatissimo; la cancellazione di The Last of Us Online; un paio di State of Play discutibili e chi più ne ha più ne metta. Nel mentre ci sono stati anche molti licenziamenti (male che affligge tutta l'industria, va detto), furti di dati, la crisi di Bungie e un branco di cinghiali che ha devastato l'orto di mio suocero (niente pomodori freschi, purtroppo).

Unico a reggere tutta la baracca con uno sforzo atlantoideo è stato il povero Astro Bot, cui è improvvisamente spettato il compito di rappresentare da solo la parte buona di PlayStation, offrendo ai giocatori un viaggio nei ricordi e nel patrimonio di proprietà intellettuali della compagnia, molte delle quali giacciono abbandonate da anni.

Insomma, le polemiche non sono mancate, le figuracce anche, e a questo punto il famoso colpo di reni è necessario come l'aria se si vuole iniziare a ribaltare la percezione collettiva. Le voci degli scorsi giorni non hanno fatto che avvelenare ancora di più l'aria e la speranza è che non sia vero che tra i giochi presentati questa sera ci siano anche le edizioni rimasterizzate di Days Gone e Horizon Zero Dawn, due giochi usciti l'altro ieri che non hanno bisogno di essere rimasterizzati per essere godibili. Sarebbero davvero troppo da sopportare se non fossero accompagnati da qualche grossa novità.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.