FTC, acronimo di Federal Trade Commission, ovverosia l'antitrust americano, si esprimerà fra alcune settimane in merito all'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, approvando o rifiutando l'operazione da quasi 70 miliardi annunciata dalla casa di Redmond quasi un anno fa, lo scorso gennaio.
Ebbene, la decisione che la commissione si appresta a prendere sarà politica oppure risponderà effettivamente ai presupposti dell'ente, pensando in primo luogo agli utenti? Sembra una domanda retorica, visto che in teoria non ci dovrebbero essere dubbi sul fatto che l'antitrust andrà a tutelare l'interesse dei consumatori. Eppure gli ultimi sviluppi in merito alla presunta spaccatura all'interno dell'antitrust insinuano più di un dubbio sulla questione.
Secondo un report pubblicato dal New York Post, pare che uno dei commissari appartenente all'area democratica della FTC abbia espresso parere favorevole rispetto all'acquisizione, così come accaduto all'unica rappresentante repubblicana della commissione, Christine Wilson, che ha già dichiarato pubblicamente la propria posizione.
Laddove anche un altro componente di area democratica dovesse pronunciarsi a favore dell'operazione, si andrebbe a raggiungere una parità in grado di mettere in difficoltà la presidente Lina Khan, che "stando agli addetti ai lavori vorrebbe sfruttare il caso per aumentare le sue credenziali di garante contro gli accordi tra le grandi compagnie tecnologiche."
Nata nel 1914, la Federal Trade Commission è un'agenzia governativa che promuove la tutela dei consumatori e la prevenzione di pratiche commerciali anticoncorrenziali. Si tratta di un organismo caratterizzato da cinque commissari che vengono espressi dal parlamento, così come il capo della commissione, nominato dal presidente degli Stati Uniti.
Parliamo dunque di un ente fortemente, inevitabilmente politicizzato, sebbene dotato di un equilibrio interno, che tuttavia svolge una funzione ben precisa rispetto al mercato, alle sue dinamiche e all'interesse degli utenti. Eppure la stessa conferma di Lina Khan al senato è avvenuta per via delle sue ben note posizioni nei confronti delle grandi aziende tecnologiche, su tutte Amazon.
Insomma, quella che dovrebbe essere una decisione focalizzata appunto sull'equilibrio del mercato e sulla salvaguardia dei consumatori potrebbe trasformarsi in qualcosa di diverso, un gesto puramente politico, e influenzare anche il parere delle altre commissioni antitrust con diritto di veto, che da sempre guardano con attenzione alle posizioni espresse dalla FTC.
Dal canto suo, Microsoft ha già lasciato intendere che laddove l'esito dovesse essere negativo è pronta a lottare e a far valere le proprie ragioni in un'aula di tribunale. La speranza è che tutto questo ci venga risparmiato, visto che l'intera discussione portata avanti finora ha messo in luce probabilmente il peggio delle parti in campo.
Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.