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Microsoft cancella l'aumento di prezzo sui giochi Xbox, ma il pericolo è davvero scampato?

La recente retromarcia di Microsoft sull'aumento di prezzo dei giochi tripla A di Xbox è indubbiamente una mossa gradita, ma l'idea è che non sia necessariamente significativa sul futuro.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   24/07/2025
The Outer Worlds, immagine sulla riduzione di prezzo

La retromarcia sulla decisione di aumentare il prezzo standard dei giochi tripla A di Xbox è indubbiamente un'ottima notizia per i giocatori, ma viene da pensare che ci sia poco da festeggiare, considerando che la macchina è ormai in moto da un pezzo e l'incremento sia al massimo solo posticipato. Innanzitutto c'è da fare un chiarimento: l'aumento di prezzo in questione riguarda principalmente il mercato americano, dove i titoli di grosso calibro vengono normalmente venduti a circa 70$ al lancio. Questi avrebbero visto un incremento di 10$ per arrivare a 80$. La questione non è necessariamente legata al mercato europeo, visto che la discrepanza fra i prezzi ha ormai stabilito come normale che, dalle nostre parti, i giochi tripla A al lancio costino anche 80€, come accade ormai da anni. Il rischio dalle nostre parti è che lo stabilirsi degli 80$ in USA possa portare al nuovo standard dei 90€, a cui Nintendo ci sta già abituando con i suoi giochi su Nintendo Switch 2.

Come riferito già da diversi analisti, la manovra di Microsoft era piuttosto mal pianificata fin dall'inizio: addossare a The Outer Worlds 2 l'onere di rappresentare il primo gioco a 80$ di Xbox Game Studios era una mossa azzardata e anche piuttosto ingiusta nei confronti del titolo in questione e del team, paradossalmente ironica considerando anche come il gioco prenda in giro il capitalismo e le sue derive "spaziali".

Microsoft abbassa il prezzo di The Outer Worlds 2, anche in Europa, e fa marcia indietro sugli aumenti Microsoft abbassa il prezzo di The Outer Worlds 2, anche in Europa, e fa marcia indietro sugli aumenti

È evidente che, dietro la retromarcia di Microsoft, ci sia stata la considerazione delle risposte decisamente negative da parte di pubblico e stampa, ma viene da pensare che l'elemento di maggiore peso sia stata la quantità di prenotazioni del gioco, che a questo prezzo verosimilmente potrebbero essere state al di sotto delle aspettative.

C'è poco da festeggiare

In un certo senso, questo errore di calcolo ha rappresentato una fortuna per i giocatori: se l'esperimento fosse stato effettuato su Call of Duty: Black Ops 7 è possibile che i risultati sarebbero stati diversi, considerando che si tratta di uno dei pochi titoli che avrebbero comunque spinto all'acquisto di massa anche a un prezzo maggiorato.

La mossa escogitata da Microsoft si è invece rivelata eccessivamente azzardata, portando fortunatamente a una retromarcia che - in base a quanto riferito da un portavoce di Microsoft nelle ore scorse - si estende almeno a tutti gli altri giochi Xbox in arrivo da qui all'autunno, compreso appunto anche il nuovo capitolo della serie Activision, a logica. Missione compiuta e lieto fine, dunque? Non proprio, verrebbe da pensare.

Il problema è che Microsoft non si trova propriamente in una posizione tale da poter imporre delle decisioni così anti-consumatore, o quantomeno non sembra potersi permettere tali scelte su titoli che non hanno un richiamo globale. È però solo uno degli attori presenti sul mercato: pur essendo diventato forse il più grande publisher sulla piazza, l'impressione è che non abbia l'attrattiva o le quote di mercato per poter traghettare i prezzi verso nuovi standard, ma potrebbe essere solo questione di tempo. Nintendo sta già proponendo i suoi giochi a 90€ su Nintendo Switch 2 e sta già ottenendo enormi successi nonostante una manovra così ardita: è vero che c'è il trucco del prezzo più basso in digitale, ma le classifiche di vendite basate sui giochi fisici dimostrano che il pubblico ha recepito benissimo il nuovo standard di prezzo, a giudicare dai risultati ottenuti da Mario Kart World e Donkey Kong Bananza.

Poi c'è Sony, ovviamente: è stata la prima a proporre l'aumento dei prezzi in questa generazione, di fatto stabilendo il nuovo standard a 80€ per i titoli tripla A, e con il costante incremento dei costi di produzione è facile pensare che un ulteriore step verso l'alto sia già in programma per il prossimo futuro. PlayStation sembra godere di un credito incrollabile in gran parte del pubblico di massa ed è molto probabile che questo accetterebbe senza troppe remore un ulteriore incremento di prezzo sulle grosse esclusive di PlayStation Studios. L'affermazione dell'era dei giochi a 80$, o peggio a 90€, sembra dunque essere stata solo rimandata.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.