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Nel mondo dei videogiochi l'originalità non conviene, meglio fare solo franchise

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   14/01/2019

In un articolo per gamesindustry.biz intitolato 'Franchises are the endgame', Christian Fonnesbech, veterano dell'industria e attualmente capo dell'IP Development presso Nordisk Film Games, ha parlato con grande sincerità di alcuni argomenti tabù, rivolgendosi direttamente agli sviluppatori.

L'articolo è particolarmente interessante perché Fonnesbech evita la retorica tipica che circonda il mondo dello sviluppo, proponendo come alternativa un grosso bagno di realtà, che diventa anche un resoconto fedele di quelli che sono i gusti e i comportamenti del pubblico in termini di andamento del mercato.

Invece di parlare di creatività al potere e di consigliare di sviluppare idee nuove per cercare di distinguersi affidandosi all'ispirazione, Fonnesbech indica come unico modello davvero funzionante per rimanere a lungo nel settore quello basato sulla creazione di franchise, ossia di non concepire i videogiochi come progetti unici, ma di pensarli come parte di universi più grandi, lasciandoli aperti a iterazioni successive.

I titoli unici sono più rischiosi, si rivolgono a nicchie sempre diverse e, in caso di fallimento, non danno seconde possibilità, mentre i franchise funzionano meglio perché, una volta stabiliti, si può lavorare su quanto già creato con gli episodi precedenti, a partire dalla fanbase. I franchise permettono infatti di seguire un processo di apprendimento che procede di pari passo con lo sviluppo dei vari capitoli e che consente di aggiustare il tiro in caso di problemi.

Parliamone Franchise

Una volta sviluppato un universo diventa poi possibile inserirci diversi progetti oppure affidarlo ad altri mentre si sviluppa un nuovo franchise. L'importante è non dover ogni volta ripartire da zero. Più si insiste su di un franchise, più le possibilità di aver successo aumentano.

Per Fonnesbech i videogiocatori che vogliono avere qualcosa di diverso da ogni gioco son una minoranza trascurabile, che non fanno il mercato. Il giocatore medio, quello che forma il mercato mainstream, vuole ripetere le stesse esperienze. Per questo l'originalità è quasi un peso, perché rischia di alienarlo.

A fine articolo Fonnesbech indica anche gli ingredienti che secondo lui permettono di creare un franchise di successo. Leggiamoli:

  1. Avete bisogno di personaggi interessanti e memorabili.
  2. Il vostro universo finzionale deve essere abbastanza grande per ambientarci più di una storia.
  3. Dovete adottare uno stile visivo riconoscibile.
  4. L'intero pacchetto deve essere diverso, ma non così diverso.

Ovviamente le indicazioni di Fonnesbech non nascono dal nulla, ma dall'attenta osservazione di come funziona il mercato dei videogiochi attuale. Basta osservare quali sono i titoli più venduti e chiacchierati dell'anno per dargli ragione: God of War, Red Dead Redemption 2, Assassin's Creed Odyssey, FIFA 19, Call of Duty: Black Ops 4, Far Cry 5, Monster Hunter World, Super Smash Bros. Ultimate e vari altri fanno tutti di franchise noti e con molti anni sulle spalle. La maggior parte dei titoli citati migliora i capitoli precedenti, anche in modo netto, ma senza portare innovazioni sostanziali.

I prodotti originali, tranne alcune eccezioni, faticano ad affermarsi e spesso passano inosservati, mentre l'attenzione sui seguiti dei seguiti è sempre vigile. A molti sembrerà la scoperta dell'ovvio, ma è un ovvio che ogni tanto va ribadito.