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Dammi un paio di occhiali e ti dirò chi sei: studenti mostrano i rischi per la privacy degli smart glasses Meta

Due studenti di Harvard hanno sviluppato un sistema che, combinando occhiali intelligenti e riconoscimento facciale, permette di ottenere informazioni personali su degli sconosciuti in tempo reale.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   03/10/2024
Gli occhiali smart nati dalla collaborazione tra Meta e Ray-Ban

Come era facilmente prevedibile, l'avanzare della tecnologia degli occhiali intelligenti e del riconoscimento facciale apre scenari inquietanti in termini di privacy, confermati da un recente "esperimento". Due studenti di Harvard, AnhPhu Nguyen e Caine Ardayfio, hanno infatti realizzato un progetto che dimostra come sia possibile, con tecnologie già disponibili, "doxxare" le persone, ovvero rivelarne l'identità, il numero di telefono, l'indirizzo e altre informazioni personali, semplicemente inquadrandole con un paio di occhiali intelligenti.

Il sistema, chiamato I-XRAY, utilizza gli occhiali Ray-Ban Meta e sfrutta la loro capacità di trasmettere video in streaming su Instagram. Un programma analizza a quel punto il flusso video, identifica i volti e li confronta con database pubblici per ottenere informazioni personali, che vengono poi visualizzate su un'app collegata.

Al momento X/Twitter ha dei problemi
e non è possibile caricare il post

Nel video dimostrativo, Nguyen e Ardayfio utilizzano I-XRAY per identificare compagni di classe, ottenendo in tempo reale i loro indirizzi e i nomi dei loro familiari. Ancora più inquietante è la scena in cui i due studenti interagiscono con persone sconosciute sui mezzi pubblici, fingendo di conoscerle grazie alle informazioni ottenute dal sistema.

I progressi del riconoscimento facciale

La tecnologia di riconoscimento facciale ha raggiunto un livello di accuratezza impressionante, e I-XRAY si limita a combinare strumenti già esistenti, come il motore di ricerca facciale PimEyes, noto per la sua precisione. Ciò che rende questo progetto particolarmente preoccupante è l'utilizzo di un dispositivo consumer discreto e facilmente accessibile come gli occhiali intelligenti Ray-Ban Meta.

L'homepage del motore di ricerca facciale PimEyes
L'homepage del motore di ricerca facciale PimEyes

Nguyen e Ardayfio affermano di aver realizzato I-XRAY non per scopi malevoli, ma per sensibilizzare l'opinione pubblica sui rischi concreti per la privacy. Il loro progetto dimostra che lo scenario distopico di una società in cui l'anonimato è impossibile è più vicino di quanto si possa pensare.

La privacy è sempre stata un tema centrale nel dibattito sugli occhiali intelligenti. Il fallimento di Google Glass è stato in parte dovuto alle preoccupazioni del pubblico riguardo alla possibilità di essere ripresi senza consenso. Oggi, con la diffusione di smartphone e social media, le persone sono più abituate a essere filmate, ma gli occhiali intelligenti come i Ray-Ban Meta sono meno evidenti e quindi più insidiosi.

Meta, nella sua politica sulla privacy, invita gli utenti a rispettare le preferenze altrui e a utilizzare gli occhiali in modo responsabile. Tuttavia, non c'è garanzia che tutti gli utenti si comportino in modo etico. Per proteggere la propria privacy, è inoltre possibile richiedere l'esclusione dai database di ricerca facciale e di ricerca di persone, ma è quasi impossibile cancellare completamente la propria presenza online.

Insomma, le problematiche sono molte e ancora tutte da esplorare. Voi che cosa ne pensate? Dovrebbe esserci una legislazione in merito più stringente o gli utenti dovrebbero potersi auto-regolare? Diteci la vostra nei commenti qua sotto.