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Pensate che bello il giorno in cui una skin vincerà il premio come gioco dell’anno dei The Game Awards

Le nuove regole dei The Game Awards fanno discutere, ma sono l'inevitabile evoluzione dell'industria attuale, nonché una presa d'atto di dove vanno la maggior parte dei soldi.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   18/11/2024
Una delle skin di Fortnite

Che i The Game Awards siano, nel bene e nel male, lo specchio dell'industria dei videogiochi, almeno quella consolidata, dovrebbe essere abbastanza chiaro a chiunque. Lo sono per vocazione, altrimenti non potrebbero premiarla. Lo sono al punto che non possono evitare di seguirla, a prescindere da cosa comporti farlo, per non rischiare di vedere diminuire l'afflusso di spot e di annunci che rendono la serata così speciale ed economicamente fruttuosa.

Comunque sia, se qualcuno aveva qualche dubbio sulla natura delle premiazioni, quest'anno Geoff Keighley, il patron della manifestazione, e il suo entourage hanno deciso di dissolverlo annunciando nelle FAQ ufficiali la candidabilità in ogni categoria di espansioni, ma anche di nuove stagioni, DLC, remake e remaster.

Segui i soldi

Insomma, il gioco dell'anno potrebbe essere un'opera di dieci anni fa tirata a lucido, o l'espansione di un gioco che già ha vinto il GOTY come Elden Ring (il famoso Gioco dell'anno scorso). Si potrebbero pensare anche a delle combo: una remaster all'anno dello stesso gioco per provare a vincere ogni anno per dieci anni il GOTY così da avere il gioco del decennio.

Una skin di Tomb Raider
Una skin di Tomb Raider

Ma leggiamo cosa prescrivere il regolamento, per avere maggiore chiarezza: "I The Game Awards puntano a riconoscere i migliori lavori creativi e tecnici ogni anno, a prescindere dal formato in cui tali contenuti vengono distribuiti. Espansioni, nuove stagioni, DLC, remake e remaster sono tutti eleggibili in ogni categoria, se la giuria considera che il lavoro creativo e tecnico svolto su questi sia degno di una candidatura. Fattori come la novità dei contenuti e il rapporto tra valore proposto e prezzo dovrebbero comunque essere presi in considerazione".

Chiaro che i TGA abbiano semplicemente voluto inseguire i movimenti dell'industria consolidata, sempre più piena di quelli che possiamo definire come contenuti derivati e sempre meno pronta a rischiare. In questo senso l'allargamento dei criteri di candidabilità è ineccepibile. Difficile anche parlare di svilimento, perché da svilire c'è in realtà davvero poco. È una mossa eminentemente commerciale, che guarda a dove vanno i soldi, più che alle idee e come tale va presa, traendone però qualche conseguenza.

A questo punto non ci rimane che il sogno di vedere un giorno una skin premiata come gioco dell'anno. Una bella skin ultra lucida e piena di glitter di Babbo Natale, una di quelle che i videogiocatori bramano di comprare con la valuta premium trovata sotto l'albero, capace di incassare più di qualsiasi gioco completo. Del resto qualcuno direbbe che è il mercato, bellezza, quindi dobbiamo celebrarlo per quello che è, non per quello che vorremmo che fosse.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.