Perché moltissimi giochi non sono tradotti in italiano, in particolare quelli indipendenti? L'argomento è noto e dibattuto, ma ogni tanto vale la pena di ricapitolarlo, perché pare che molti, semplicemente, non vogliano capire come stanno le cose e non accettino che sviluppatori ed editori possano fare la scelta, assennatissima dal punto di vista economico, di risparmiare sulla nostra lingua.
Per tanti sarà la classica scoperta dell'acqua calda, lo sappiamo bene anche noi, ma vista la mole di commenti qui e sui social di gente che si lamenta per la mancanza della traduzione in italiano di questo o quel gioco, ogni occorre anche ribadire l'ovvio.
Motivi noti
Il motivo delle mancate traduzioni in italiano è molto semplice: nel nostro territorio la maggior parte dei videogiochi vende poco o nulla. Quindi, a fronte di un investimento spesso consistente, il rientro sarebbe minimo e in molti casi comporterebbe delle perdite. In particolare tradurre giochi narrativi come il recente The Invincible sarebbe semplicemente antieconomico, considerando la grande quantità di testo presente.
Siete tra quelli che dicono: "non hanno tradotto il gioco in italiano, quindi non lo compro e ci perdono loro"? Bene, sappiate che non ci perdono niente, anzi ci guadagnano qualcosa, perché le vendite nel nostro paese spesso non coprono i costi di traduzione, considerando che si attestano sulle poche centinaia di copie, o poche migliaia nei casi migliori. Quindi quelle copie invendute in realtà rappresentano un costo minore rispetto alla traduzione stessa, che sempre più team di sviluppo scelgono di non sostenere.
Ad aver complicato le cose per la nostra lingua è stato in particolare il mercato digitale, dove è possibile non solo tracciare le vendite paese per paese, ma anche il tasso di utilizzo di una lingua in un determinato gioco. Inoltre è possibile calcolare con precisione l'incidenza di una traduzione sulle vendite. Come già detto, quella dell'italiano purtroppo è molto bassa, qualsiasi ne siano i motivi (che non è obiettivo di questo articolo di discutere). Quindi, dati alla mano, sempre più editori hanno iniziato a considerare l'italiano superfluo, preferendogli lingue come il polacco o il portoghese che, in ottica globale, hanno un'incidenza molto maggiore, perché si rivolgono a un pubblico più vasto.
Per chi fosse alla ricerca di colpe ci dispiace davvero, perché non ce ne sono. Siamo di fronte a una semplice dinamica di mercato, una delle più elementari, dove la scarsa domanda frena l'offerta, lì dove quest'ultima subirebbe un danno provando a soddisfarla.
Naturalmente il discorso sarebbe affrontabile a più livelli di complessità, ma in linea di massima il principio per cui manca l'italiano da moltissimi giochi è questo. Nessuno eliminerebbe una feature come una traduzione se fosse positiva per le vendite.