Per molti fan del marchio PlayStation, il flop di Concord avrebbe dovuto suggerire a Sony di abbandonare la sua strategia fondata sui live service, per tornare in pianta stabile a produrre avventure single player di stampo cinematografico, il genere che alcuni dei suoi studi sembra riuscire a maneggiare meglio.
Il CEO di PlayStation, Hermen Hulst, ha però raffreddato gli animi degli speranzosi, spiegando in un'intervista che la strategia della compagnia che dirige non cambierà nel corso dei prossimi anni: "Il business dei videogiochi è in constante evoluzione a causa di vari fattori, tra cui l'avanzamento tecnologico, i nuovi generi e modi di giocare. [...] Tuttavia, questo ha anche creato concorrenza e, come molte altre aziende del settore, abbiamo dovuto apportare delle modifiche al nostro business per creare una base operativa più sostenibile. In futuro continueremo a concentrarci sullo sviluppo di giochi live service insieme ai titoli single-player incentrati sulla narrativa che i nostri giocatori desiderano."
Impossibile tornare indietro
Hulst ha quindi tirato in ballo Helldivers 2, citato come titolo di enorme successo e come modello che la compagnia vuole seguire per le sue produzioni future. Il focus rimarrà sulle console, ma ci sarà più spazio per PC e sistemi mobile, questi ultimi supportati tramite accordi con sviluppatori terzi, esperti nel settore.
Possibile che il più grande flop della storia dell'intrattenimento non abbia insegnato niente a Sony? In realtà è difficile pensare che la multinazionale giapponese possa comportarsi diversamente. Una chiusura totale verso le forme moderne del videogiocare sarebbe deleteria dal punto di vista degli affari. Anche la prima della classe (in ambito console), non può che piegarsi al mercato e il mercato in questa fase non è lineare. Anzi, manda dei messaggi decisamente ambigui, premiando pochi giochi evento a discapito di tutti gli altri.
Del resto Sony stessa nel corso del 2024 ha vissuto questa ambiguità sulla sua pelle: Helldivers 2 è stato un successo clamoroso, lì dove Concord ha prodotto un vero e proprio terremoto con il suo flop. Astro Bot ha realizzato delle buone vendite e ha ricevuto molti premi, ma di convesso progetti come il remake di Until Dawn e la remaster di Horizon Zero Dawn non sono stati recepiti proprio benissimo dal pubblico.
Insomma, vedere la soluzione dei problemi attuali del mercato dei videogiochi, che sono essenzialmente strutturali, in un ritorno al single player è quantomeno ingenuo e rischierebbe di allontanare molti investitori, di cui la compagnia giapponese non può certo fare a meno. Inoltre le farebbe perdere ulteriore terreno verso il nuovo pubblico, che non è interessato alle console. Insomma, sarebbe un mezzo suicidio.
Gli insuccessi e i successi vanno interpretati e contestualizzati, con la situazione attuale che vede il mercato tradizionale continuare a contrarsi, con i nuovi giocatori che considerano i videogiochi essenzialmente come un modo per incontrare gli amici, come sottolineato in un recente articolo del New York Times.
Con questo non vogliamo affermare che i giochi single player debbano morire, ma solo che gli editori più grandi non possono fare finta che il resto del mondo dei videogiochi non esista, a prescindere dalle dimensioni di un flop.