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Un pilota di NASCAR è ricorso al ragequit durante una corsa su iRacing organizzata per la quarantena

Il passaggio dallo sport all'eSport si porta dietro qualche reazione colorita, come visto con il ragequit di Bubba Wallace, pilota di NASCAR, all'interno dell'eNASCAR iRacing Pro invitational Series.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   07/04/2020

Un vero pilota di NASCAR, Bubba Wallace, ha reagito male a uno scontro di gara virtuale su iRacing ed è ricorso al buon vecchio ragequit, ma questo ha comportato delle conseguenze piuttosto pesanti, vista l'ufficialità dell'evento.

Così come effettuato per la Formula Uno, anche il Campionato americano NASCAR è stato interrotto a causa dell'epidemia da coronavirus e si è spostato in ambito elettronico, spostando dunque l'attenzione sul campionato eNASCAR organizzato su iRacing.

Nel corso di una gara dell'eNASCAR iRacing Pro invitational Series, durante lo scorso fine settimana, Wallace ha subito un attacco in gara da parte di Clint Bowyer. A dire il vero i due si sono abbastanza stuzzicati a vicenda nel corso di tutta la gara ma alla fine un colpo particolarmente forte da parte di Bowyer ha messo sostanzialmente fuori combattimento Wallace, facendogli perdere molte posizioni.

A questo punto, Wallace ha perso completamente l'autocontrollo ed ha effettuato un ragequit, ovvero il classico quit che porta i giocatori più nervosi a uscire improvvisamente dal gioco online, abbandonando la partita in preda alla furia, solitamente perché stanno perdendo.

Il comportamento, sebbene possa essere comprensibile da parte di una persona non abituata al contesto online, è stato giudicato assolutamente inammissibile considerando l'ufficialità del torneo. La questione è stata ulteriormente aggravata da un tweet successivo di Wallace, nel quale ha sostanzialmente preso in giro l'intera organizzazione eSport sostenendo di non capire dove fosse il problema visto che si tratta solo di "un videogioco".

Come conseguenza immediata, lo sponsor Blue-Emu ha subito abbandonato Wallace, sostenendo di essere interessati a "piloti, non quitter". Insomma, a quanto pare c'è qualche problema per gli sportivi ad adeguarsi a certi standard, ma c'è da dire che lo spirito competitivo e le goliarda di certi sport sembrano rimanere in tatti anche all'interno degli eSport.