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Più di 700 sviluppatori sottopagati lavoravano al posto dell'AI: l'inganno e il fallimento di Builder.ai

Una triste vicenda è emersa dopo un'indagine di Bloomberg che coinvolge Builder.ai, la startup che faceva passare per "intelligenza artificiale" il lavoro di più di 700 sviluppatori indiani.

NOTIZIA di Francesco Messina   —   03/06/2025
Intelligenza artificiale

Builder.ai, una delle startup più in auge nell'ambito dello sviluppo e di studi nel settore dell'intelligenza artificiale ha ricevuto, negli scorsi mesi dei finanziamenti da parte di colossi big tech come Microsoft, Softbank e Amazon.

Il successo di quest'azienda è in parte dovuto al lavoro di un leader molto carismatico come Dev Duggal che nel 2016 ha creato e fondato Builder.ai con l'obiettivo di rendere lo sviluppo di software facile e accessibile a chiunque, avvalendosi, chiaramente, del supporto dell'intelligenza artificiale. Una recente indagine di Bloomberg, però, ha fatto luce su una vicenda alquanto spinosa e a tratti anche macabra: tutto il lavoro che Builder.ai dichiarava essere svolto dall'IA, in realtà, veniva svolto da più di 700 sviluppatori indiani sottopagati.

Il fallimento di Builder.ai

Un'inchiesta relativa al modus operandi dell'azienda era già stata portata avanti nel 2019 da parte del Wall Street Journal fino ad arrivare allo scorso 20 maggio, data in cui Builder.ai ha presentato istanza di fallimento. Ciò che emerso dalle inchieste riguarda il lavoro manuale (e sottopagato) di un team di sviluppatori che si occupava manualmente dei vari progetti.

Builder.ai
Builder.ai

L'intelligenza artificiale, tanto decantata in fase di pubblicità da parte dell'azienda, era, in realtà, solo di facciata. Molti dipendenti, inoltre, hanno denunciato la presenza di numerosi problemi tecnici che non permettevano, spesso, di portare a termine molti progetti. Già lo scorso anno, tra le altre cose, Duggal è stato accusato di aver gonfiato i ricavi di Builder.ai, annunciando una crescita economica del 300%.

Debiti e un futuro preoccupante

Dopo l'annuncio del fallimento, ciò che rimane, sono solamente i debiti che ammontano ad 85 milioni di dollari con Amazon e 30 milioni di dollari con Microsoft, entrambe avevano creduto nel progetto e alle false promesse di Duggal.

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Questo episodio lascia degli strascichi importanti nell'industria tecnologica e in particolar modo nel settore dell'IA. Strascichi che, chiaramente, alimentano dubbi e retropensieri sull'intero sistema e sulle condizioni dei lavoratori delle big tech. Tra le novità più importanti del settore vi è, sicuramente, il nuovo potenziale feeling fra Samsung e Perplexity.