Il nuovo Google Pixel 9A punta a offrire prestazioni solide a un prezzo più accessibile, ma per farlo deve scendere a compromessi. Nonostante monti lo stesso chip Tensor G4 dei modelli Pixel 9, 9 Pro e 9 Pro Fold, lo smartphone midrange riceve una versione semplificata di Gemini AI, l'assistente intelligente di nuova generazione sviluppato da Google. Secondo quanto confermato da Ars Technica, il Pixel 9A utilizza infatti Gemini Nano 1.0 XXS, una versione ancora più leggera del già ottimizzato Gemini Nano XS presente sui fratelli maggiori.
La limitazione principale non riguarda solo la potenza di calcolo, ma anche la memoria RAM. Il Pixel 9A dispone di 8 GB di RAM, contro i 12 GB del Pixel 9 e i 16 GB delle versioni Pro. Questo taglio di memoria ha conseguenze dirette sulle capacità dell'IA: alcune delle funzioni più avanzate non sono disponibili sul dispositivo. Tra queste spicca l'assenza dell'app Pixel Screenshots, che utilizza Gemini per rendere le schermate ricercabili e intelligenti, e la mancanza della funzione Call Notes, capace di generare riassunti automatici delle chiamate vocali.
Un’intelligenza artificiale che lavora solo quando serve
Nonostante le limitazioni, Gemini Nano XXS non è completamente assente dal Pixel 9A. La sua presenza è pensata per essere non permanente, cioè l'IA entra in funzione solo quando necessario, senza operare in background in modo continuo. Si tratta di una strategia per ridurre il consumo di risorse, tipica dei dispositivi con hardware più contenuto. Questo permette comunque al telefono di utilizzare funzioni come i riassunti audio all'interno dell'app Recorder, dove l'analisi avviene partendo dalla trascrizione testuale.
La scelta di offrire versioni differenziate di Gemini a seconda del modello non è una novità per Google. Già lo scorso anno, l'intelligenza artificiale era stata inizialmente esclusiva del Pixel 8 Pro, mentre il Pixel 8 "base" era rimasto fuori, almeno fino alle proteste degli utenti. Alla fine, anche quel modello ricevette Gemini Nano XXS, la stessa variante adottata oggi sul 9A. Una mossa che evidenzia come Google stia ancora bilanciando funzionalità e requisiti tecnici, nel tentativo di rendere l'IA disponibile su un ventaglio di dispositivi sempre più ampio.
Un Pixel che resta interessante, ma con compromessi
La riduzione delle capacità di Gemini sul Pixel 9A non toglie valore al dispositivo nel suo complesso, ma è un segnale chiaro di quali siano i confini della fascia media secondo Google. La scelta di limitare alcune funzioni IA non è solo una questione tecnica, ma anche commerciale: il modello 9A continua a offrire un'ottima esperienza Android, ma invita chi vuole il meglio dell'IA a guardare ai modelli superiori.
Il compromesso tra prezzo e funzionalità è sempre stato il cuore dei dispositivi della serie A di Google, e il Pixel 9A non fa eccezione. L'adozione del chip Tensor G4 rappresenta un salto in avanti rispetto alla generazione precedente, ma non è sufficiente per garantire la piena esperienza Gemini. In altre parole, chi compra un 9A potrà godere di una parte dell'ecosistema AI di Google, ma dovrà fare a meno delle sue forme più avanzate.