Le mini console mirano a occupare uno spazio preciso, che è quello del mercato della nostalgia, ossia quella fetta sempre più ampia di videogiocatori che guarda con simpatia più o meno radicale alle esperienze videoludiche del passato, vedendoci spesso un'epoca d'oro che non tornerà mai più. Evitando di dedicare tempo al perché questa nostalgia vada sempre più diffondendosi, soprattutto lì dove il videogioco tradizionale appare ormai irrimediabilmente contaminato dai nuovi modelli economici, cerchiamo di capire perché Sony sembra aver frainteso lo scopo delle mini console, sfruttando malissimo la possibilità offerta da PlayStation Classic.
Ora, partiamo da un assunto: dire che i giochi di PlayStation siano oggi ingiocabili è semplicemente falso. Parliamo di un catalogo di migliaia di titoli tra i quali trovarne venti ancora fruibili non è certo un problema. Normalmente chi fa affermazioni del genere conosce poco o male ciò di cui sta parlando, oppure ha dei ricordi estremamente selettivi di un certo fenomeno, ricordi da cui non si riesce ad astrarre in fase di giudizio. Ovviamente la grafica 3D di allora è invecchiata, spesso anche molto male, ma dirlo è semplicemente un'ovvietà che ogni appassionato di retrogamig considera tale e a cui non dà alcun peso, perché un individuo che coltiva la passione per la storia dei videogiochi è sicuramente più che tollerante verso certe problematiche tecniche e tiene sempre presenti quei limiti hardware che erano inscindibili dai giochi stessi. Insomma, se perdi tempo a confrontare un gioco per ZX Spectrum con uno per PS4 il problema è che sei un imbecille, tutto qui.
Fatta questa doverosa premessa, necessaria per rendere giustizia a una console che ha significato moltissimo per la nostra industria, cerchiamo di capire qual è il problema di PlayStation Classic, ossia ciò che la rende un'occasione in parte sprecata.
Una mini console dovrebbe avere un solo obiettivo: celebrare il passato della macchina che imita, offrendo una selezione di titoli noti e rappresentativi mescolati ad altri di grande valore, magari anche meno conosciuti. Per dire: è giusto che nel pacco siano compresi titoli come Metal Gear Solid, Resident Evil: Director's Cut, Final Fantasy VII e Tekken 3, perché sono tipici di PlayStation. Anche Ridge Racer Type 4, Oddworld: Abe's Oddysee, Wild Arms e in misura minore Syphon Filter e Twisted Metal possono andare bene, ma gli altri sembrano semplicemente dei riempitivi che appaiono tanto più come tali se consideriamo alcune assenze di grandissimo peso. Insomma, chi è che pensando a PlayStation crede che la console sia ben rappresentata da quella schifezza di Tom Clancy's Rainbow Six, titolo tanto bello e significativo su PC, quanto insulso su console? Gli stessi Mr. Driller, Cool Boarders 2, GTA, Jumping Flash!, Rayman, Battle Arena Toshinden, Super Puzzle Fighter II Turbo, Destruction Derby non sono giochi necessariamente brutti, ma cosa rappresentano? Paradossalmente ha più senso aver inserito Intelligent Qube / Kurushi, interessantissimo dal punto di vista concettuale, o Revelations, perché è un gioco di ruolo giapponese testimone di una tendenza amena del genere allora molto più diffusa di oggi, che gli altri citati sopra.
Il problema è chiedersi se la selezione sia davvero indicativa di ciò che PlayStation fu. In un video abbiamo già segnalato alcuni dei giochi assenti che avrebbero potuto esserci: un Tombi, Gran Turismo, Silent Hill, Soul Reaver e magari un ISS, ma l'elenco di titoli rappresentativi è molto più lungo. Tanto per citarne qualcun altro: Castlevania: Symphony of the Night, i Suikoden, Xenogears, The Legend of Dragoon, Final Fantasy Tactics, i Crash Bandicoot, i Parasite Eve, Chrono Cross, i Dino Crisis, Tomb Raider, Klonoa, uno Spyro, Alundra, Vagrant Story, Tenchu, un Wipeout, Driver, Dragon Valor, Einhander, R-Type Delta, Parappa the Rapper, un Tony Hawk's Pro Skater e molti altri ancora. Sappiamo che alcuni titoli richiedevano gli stick analogici per essere giocati, ma la questione non cambia di una virgola, perché non aver ricreato un hardware PlayStation completo è parte del problema. Insomma, rispetto a quanto fatto da Nintendo con il NES e il SNES Classic Mini, ma anche da SNK con il NEO GEO Mini, da Atari con l'Atari Retro Handheld o dal theC64 Mini (che permette anche di caricare i giochi tramite penna USB), Sony con PlayStation Classic sembra aver colto a metà il senso di realizzare una mini console celebrativa. Venderà comunque molto, ma PSX era evidentemente molto di più.