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PlayStation VR2 su PC: strategia a lungo termine o mossa disperata di Sony?

L'arrivo dell'adattatore ufficiale che consentirà di utilizzare PlayStation VR2 su PC rappresenta un evento importante per Sony, che può però essere visto in diverse maniere.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   06/08/2024
PlayStation VR2 provato da Pierpaolo

In una recente intervista pubblicata dalla rivista nipponica Impress Watch, un portavoce (non meglio identificato) di Sony Interactive Entertainment sembra abbia affermato che PlayStation VR2 sia sempre stato pensato come una periferica in grado di collegarsi al PC, cosa che può rappresentare il segno evidente del grande cambio di strategia intrapreso dalla compagnia nei confronti della piattaforma Windows oppure un semplice modo per coprire i grossi problemi che il dispositivo ha incontrato ad affermarsi sul mercato. In effetti, le affermazioni riportate da Impress Watch hanno generato reazioni alquanto discordanti, con molti utenti che hanno dimostrato una certa diffidenza, convinti che questa sia soprattutto una manovra correttiva.

Potrebbe essere effettivamente entrambe le cose insieme, e in questo caso la situazione non sarebbe comunque molto diversa da quanto stiamo vedendo ormai da anni per quanto riguarda la pubblicazione dei giochi PlayStation su PC. In un mondo ideale per Sony, la compagnia avrebbe sicuramente continuato a vendere i suoi giochi esclusivamente su PlayStation e tutte le sue periferiche, specialmente il ricco e sofisticato PlayStation VR2, sarebbe venduto ancora a caro prezzo unicamente agli utenti della sua console, in modo da stimolare il circolo virtuoso di vendite interne al proprio ecosistema e l'espansione di questo sempre all'interno di hardware prodotto da Sony. Il mercato però non è più quello di un tempo e la cosa ha costretto anche un produttore di grande successo come questo ad aprirsi ad altre piattaforme.

Potrebbe essere tutte e due le cose insieme

L'aumento vertiginoso dei costi di produzione e la rivelazione del fatto che il mercato console, in termini di base di utenti potenziale, non sia in grado di crescere tanto da compensare l'incremento di tali costi, ha costretto anche una compagnia alquanto conservatrice come Sony ad aprirsi alla piattaforma PC.

Più o meno qualcosa di simile è accaduto anche con PlayStation VR2, con l'aggravante delle vendite oggettivamente scarse della periferica. Era tutto previsto fin dall'inizio? Sicuramente Sony si è lasciata aperta la porta del PC come percorso potenziale fin dall'inizio, ma viene da pensare che sia stata effettivamente utilizzata solo come ultima risorsa, visto anche il distacco temporale con cui la manovra è stata effettivamente varata rispetto al lancio originale.

D'altra parte, non è altro che una conseguenza della strategia multipiattaforma che ormai da tempo si è affermata in Sony: sebbene l'approccio rimanga quello di dare assoluta priorità alla propria console, la compagnia nipponica ha bisogno di appoggiarsi a un'altra piattaforma diffusa come il PC per contare su un maggiore spazio di manovra, rientrare nei costi e guadagnare di più. Che il supporto su Windows rientrasse addirittura nella progettazione iniziale della periferica può risultare strano, considerando che PlayStation VR2 richiede un accocchio alquanto vecchio stile per funzionare a diverse delle sue caratteristiche non vengono supportare su PC (HDR, headset feedback, eye tracing, foveated rendering, grilletti adattivi e feedback aptico), dunque l'affermazione lascia diversi dubbi, ma è chiaro che l'apertura a Windows potrebbe essere vitale per la periferica e rientra in una tendenza ormai consolidata.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.