Dai risultati finanziari di Sony emergono delle informazioni interessanti su quelle che potrebbero essere le tendenze del mercato nella nuova generazione di PS5 e Xbox Series X|S, e sebbene al momento sia difficile trarre delle conclusioni certe sembra che il prezzo più alto dei giochi "next gen" porti a minori vendite come quantità di titoli, ma maggiori guadagni per ognuno di questi.
I dati diffusi da Sony dimostrano che i ricavi nell'ambito software nell'intero anno fiscale 2022 sono stati i migliori di sempre, ma la quantità di giochi venduti è calata: a fronte di oltre 6 miliardi di dollari spesi tra giochi digitali e fisici, il risultato più alto registrato finora, la quantità di giochi venduti è stata di 264 milioni nell'intero anno, con un crollo di 39 milioni di unità rispetto all'anno fiscale precedente.
Questa tendenza è ulteriormente notevole se si guarda al fatto che le vendite hardware sono invece cresciute moltissimo negli ultimi mesi, creando una netta discrepanza tra console e giochi venduti. Questo calo nell'acquisto potrebbe avere a che fare con l'incremento del prezzo dei giochi con l'arrivo di PS5, visto che i titoli di nuova generazione si trovano ora a 80 euro, con anche Microsoft che si è adeguata a questo standard negli ultimi mesi.
L'aumento nella quantità di denaro generata dalle vendite software, a fronte di un calo nella quantità di giochi venduti, potrebbe non essere collegato soltanto a questo incremento di prezzo. Come dimostrato anche dall'esempio di Call of Duty: Modern Warfare 2, che sembra aver venduto meno copie ma ha generato profitti superiori, questo andamento ha probabilmente a che fare anche con una maggiore spesa per ogni gioco, effettuata dagli utenti.
Questo può avvenire attraverso acquisti collegati come micro-transazioni, edizioni speciali o acquisto di contenuti aggiuntivi, oltre a iniziative come i bundle cross-gen e iniziative simili. Questo, almeno, è quanto è stato avanzato da TweakTown e altre fonti sulla base dei dati finanziari forniti da Sony. Ovviamente si parla di dati raccolti nell'arco di un singolo anno fiscale, dunque è ancora presto per definire tendenze precise, ma si tratta di un'analisi interessante.