Torniamo a parlare di una questione spinosa in occasione dell'ultimo report pubblicato da Nielsen, secondo cui il 66% dei giocatori console preferisce la copia fisica rispetto al formato digitale, naturalmente con una netta inversione di tendenza quando si parla invece di utenti PC. Si tratta di un sondaggio interessante a maggior ragione dopo le ultime notizie su GameStop, la catena americana che proprio sulla vendita al dettaglio, in particolare dell'usato, ha saputo costruire un business gigantesco, e che ora sembra trovarsi in brutte acque, alla ricerca di qualcuno disposto a rilevare la società.
È chiaro ed evidente che il crollo di GameStop avrebbe un forte contraccolpo sull'intera industria dei videogame, o quantomeno sulla parte di essa in cui operano distributori e rivenditori. Sono anni che si ragiona sul fatto che anche in quest'ambito, come già accaduto per film e musica, assisteremo a una pressoché piena adozione del formato digitale; e la caduta, o quantomeno un forte ridimensionamento, del colosso americano si tradurrebbe in un sostanziale passo in avanti su tale fronte.
A bloccare "il progresso" finora sono stati diversi fattori: da una parte gli utenti che, come quel 66% interpellato da Nielsen, preferiscono ancora il supporto fisico per una questione collezionistica, di immediatezza dell'accesso all'esperienza e di rivendibilità del bene; dall'altra la situazione altalenante delle infrastrutture di rete, che a seconda della zona consentono più o meno agevolmente di scaricare rapidamente file di grosse dimensioni. Un fenomeno, quest'ultimo, che sempre più spesso i publisher cercano di contrastare offrendo un servizio di pre-caricamento del gioco.
Ci ricordiamo tutti di come Microsoft tentò di anticipare i tempi con Xbox One, valutando la possibilità che la console utilizzasse esclusivamente contenuti digitali, e di come Sony riuscì a sfruttare le polemiche a proprio favore, insistendo sul supporto fisico e sulla sua rivendibilità priva da vincoli, ma al contempo pianificando furbescamente una strategia di forti sconti che nel giro di un paio d'anni avrebbe sdoganato di fatto il digital delivery tramite PlayStation Store. Che è poi la situazione in cui ci troviamo ora.
Si parla di una crescita, quella del mercato digitale, che avanza senza cannibalizzare le vendite su supporto fisico; e c'è chi nutre la speranza che i due approcci possano coesistere ancora per alcuni anni. Tuttavia, conti alla mano, è chiaro ed evidente che da parte dei publisher l'eliminazione in un sol colpo di due attori del mercato, distributori e rivenditori, e dei costi di produzione, lasciando invariati i prezzi al lancio, porterebbe nelle loro casse somme sostanzialmente maggiori, capaci di assicurare con molta più facilità gli incassi necessari a coprire l'ormai enorme investimento richiesto per lo sviluppo di un gioco tripla A.
È questo lo scenario che dobbiamo abituarci a immaginare? Oppure il mercato dei videogame rappresenta effettivamente un mondo diverso rispetto ai media che hanno già abbondantemente ceduto al digitale? Voi cosa preferite, e perché? Parliamone.