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Si dovrebbe dare dei soldi in più agli sviluppatori dei giochi che ci piacciono, per Mike Ybarra

La proposta di Mike Ybarra di donare soldi in più agli sviluppatori dei giochi che ci piacciono fa alquanto discutere i giocatori.

Si dovrebbe dare dei soldi in più agli sviluppatori dei giochi che ci piacciono, per Mike Ybarra
NOTIZIA di Giorgio Melani   —   13/04/2024

Una recente uscita di Mike Ybarra, ex-capo di Blizzard con un passato importante anche all'interno di Microsoft, sta facendo alquanto discutere: in un post su X, Ybarra ha riferito che ci dovrebbe essere un modo per donare dei soldi in più agli sviluppatori dei giochi che ci sono piaciuti particolarmente.

Inutile dire che, considerando già l'alto prezzo raggiunto dai titoli in questa generazione di console in particolare, la questione ha fatto alquanto discutere, nonostante molti si trovino comunque d'accordo con l'idea di Ybarra in linea di principio, soprattutto per quanto riguarda il donare direttamente agli sviluppatori. Oltretutto, l'idea dell'executive riguarda proprio i giochi tripla A, dunque quelli maggiormente caratterizzati da una grande sovrastruttura organizzativa.

Il problema, in effetti, sembra essere proprio questo: il meccanismo attuale dell'industria videoludica non consente di pagare direttamente gli sviluppatori veri e propri come eventuale premio per il lavoro fatto, e molto spesso questi ultimi sono i primi a subire la crisi dell'industria come visto con i numerosi licenziamenti avvenuti di recente.

La proposta fa discutere

Baldur's Gate III è tra gli esempi fatti da Ybarra dei giochi che meriterebbero di più
Baldur's Gate III è tra gli esempi fatti da Ybarra dei giochi che meriterebbero di più

"Quando finisco un gioco, in certi casi alcuni mi lasciano un senso di meraviglia. Alla fine di questi, spesso ho pensato che vorrei dare a questi ragazzi altri 10 o 20 dollari, perché se li meriterebbero oltre ai 70 dollari del prezzo iniziale e per non aver cercato di fregarmi altri soldi ogni secondo", ha scritto Ybarra in un post su X.

La cosa ha fatto partire una notevole discussione online: in linea di massima, molti sono d'accordo che gli sviluppatori dovrebbero essere maggiormente riconosciuti, o quantomeno non finire come carne da macello con licenziamenti ogni volta che le vendite non rispecchiano le aspettative del management.

Il problema è che i soldi forniti dai giocatori verrebbero comunque carpiti da publisher e altri intermediari, dunque sarebbe difficile stabilire un sistema di supporto diretto, a meno che non si abbia a che fare con team indie molto piccoli.

D'altra parte, c'è anche chi fa presente che acquistare un gioco a 80 euro è già una spesa enorme, specialmente se si pensa magari alle edizioni speciali che possono costare anche 100 euro e ai DLC da acquistare in seguito, dunque far ricadere anche questo supporto aggiuntivo sulle tasche dei giocatori non è proprio una cosa facilmente sostenibile.