Starfield avrebbe dei grossi problemi con lo sviluppo, che secondo un leaker è piuttosto travagliato (è stato usato proprio il termine "development hell" per descrivere la situazione) e rappresenterebbe il vero motivo per cui il gioco è stato rinviato al 2023.
La notizia dei problemi con lo sviluppo di Starfield ha fatto parecchio discutere, com'è normale che sia, ed è dunque il caso di capire come stanno le cose; a partire proprio dal leaker misterioso, che l'utente Timur ha detto di ritenere legittimato e affidabile.
Breve parentesi: chi è Timur? Si tratta di un appassionato di retroscena e di curriculum legati all'industria videoludica, che scartabella con grande competenza e da cui estrae informazioni spesso inedite e interessanti sui progetti in lavorazione e le relative tempistiche.
Spesso e volentieri dialoga direttamente con i proprietari di detti curriculum, il che ci porta a pensare che la fonte della notizia sia uno sviluppatore di Bethesda o comunque una persona che ha potuto vedere il progetto dall'interno, constatando le difficoltà del team e riportandole anche per un senso di personale frustrazione.
Intendiamoci: quello che abbiamo riportato rimane un rumor e per avere conferma della veridicità delle informazioni riportate bisognerà attendere appunto l'uscita di Starfield. Tuttavia bisogna ammettere che nel corso dei mesi voci del genere si sono moltiplicate e che, al contempo, il gioco non è ancora mai stato mostrato in azione.
Si parlava di grossi problemi con lo sviluppo di Starfield già parecchio tempo fa, addirittura nel 2019, e con l'annuncio del clamoroso rinvio si mormorava che gli sviluppatori temessero che il gioco fosse il prossimo Cyberpunk 2077 in termini di bug, glitch e difetti vari: una prospettiva tutt'altro che desiderabile.
Quando si lavora a open world particolarmente ampi e sfaccettati è normale il rischio di problematiche tecniche più o meno gravi, ma il leaker ha parlato anche di altri aspetti: un motore grafico antiquato, strumenti di sviluppo datati e funzionalità principali (come il volo) che non funzionano come preventivato.
Lo scenario sembrerebbe dunque quello di un Fallout 76 nello spazio: sì, Bethesda è riuscita a migliorare quel gioco in maniera sostanziale rispetto agli esordi, ma è altrettanto vero che difficilmente gli utenti potrebbero perdonare a Todd Howard e ai suoi collaboratori un'altra debacle del genere; a maggior ragione dopo l'acquisizione da parte di Microsoft e tutte le risorse che ha messo a disposizione.
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Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.