Come forse ricorderete, lo scorso anno Ubisoft è stata denunciata con una class action per la chiusura dei server di The Crew, scelta che ha reso il videogioco inaccessibile. Ora, la compagnia ha risposto e ovviamente non dà ragione ai giocatori.
Di più, afferma che nessuno di noi ha mai realmente posseduto The Crew e quindi il caso non sussiste nemmeno.
I dettagli sulla causa di The Crew
La class action è stata presentata nel novembre 2024 e la risposta di Ubisoft è arrivata in realtà nel febbraio 2025, anche se la notizia è stata resa nota solo ora.
La parte fondamentale della risposta dell'avvocato di Ubisoft è legata a ciò che viene indicato sulla confezione di The Crew: il gioco richiede una connessione online per essere avviato e Ubisoft ha il diritto di revocare l'accesso al titolo o anche solo a qualche specifica funzione, semplicemente segnalando agli utenti con almeno 30 giorni di anticipo.
"Dopo aver effettuato i loro acquisti, i querelanti hanno avuto accesso a The Crew per anni prima che Ubisoft decidesse, alla fine del 2023, di chiudere i server del videogioco vecchio di dieci anni", sostiene Marenberg. "I querelanti hanno ricevuto il beneficio del loro accordo e non possono lamentarsi ora di essere stati ingannati solo perché Ubisoft non ha creato una versione offline del videogioco dismesso".
Il 18 marzo è presentato un nuovo reclamo: la class action sostiene che il codice di attivazione incluso nella versione retail del gioco non scade fino al 2099 e questo implicava che l'intero pacchetto sarebbe rimasto giocabile fino a quella data. L'accusa sostiene inoltre che la valuta di The Crew potrebbe essere considerata una vendita di "buoni regalo", che non possono scadere secondo la legge della California, dove è stata presentata la causa.
Sarà però il giudice a decidere chi ha ragione. Anche se The Crew non è più accessibile, Ubisoft promette che con The Crew 2 e Motorfest non accadrà.