L'avvocato McGowan, ex legale di The Pokémon Company, ha spiegato in un'intervista concessa ad Aftermath i procedimenti seguiti dalla compagnia per individuare e abbattere per via legale i progetti amatoriali legati alla serie Pokémon realizzati dai fan.
"Risposta breve: grazie a voi," ha detto McGowan parlando dei media, "Me ne stavo in ufficio facendomi gli affari miei quando qualcuno della compagnia mi inviava un link a una notizia o mi capitava di leggerne una da me. Ho insegnato Diritto dell'intrattenimento all'Università di Washington dove dicevo ai miei studenti: la cosa peggiore sulla terra è quando il tuo progetto amatoriale da fan arriva sulla stampa, perché così finiamo per scoprirlo anche noi."
Quindi tutte le volte che vi abbiamo segnalato entusiasti i progetti realizzati dai fan, li abbiamo esposti alle ritorsioni legali delle multinazionali del settore.
Seguire l'odore dei soldi
Comunque sia, McGowan ha spiegato che non tutti i progetti amatoriali venivano colpiti da diffide legali del team di Pokémon: "Non finisce tutto lì. Non spedisci una diffida immediatamente. Aspetti di vedere se vengono finanziati (su Kickstarter o simili) e se ottengono soldi ti attivi. A nessuno piace denunciare i fan."
Insomma, solitamente la molla che fa scattare gli avvocati sono i soldi. Quando se ne inizia a sentire l'odore, ecco che si attiva la macchina legale delle compagnie per proteggere le loro proprietà intellettuali.