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Unity corregge parzialmente la nuova politica sulle installazioni ma gli sviluppatori sono in rivolta

Unity cambia qualcosa della sconvolgente nuova politica sulle installazioni ma è ancora poco e gli sviluppatori sono in rivolta.

Unity corregge parzialmente la nuova politica sulle installazioni ma gli sviluppatori sono in rivolta
NOTIZIA di Giorgio Melani   —   13/09/2023

Unity ha parzialmente modificato la nuova politica sulle installazioni che richiede il pagamento di una tassa ogni volta che un giocatore installa un titolo sviluppato con l'engine in questione, ma il problema rimane e gli sviluppatori sono in rivolta.

L'idea iniziale aveva aspetti alquanto sconvolgenti: secondo quanto deciso da Unity, gli sviluppatori avrebbero dovuto pagare una tassa (20 centesimi di dollaro dopo aver raggiunto i 200.000 download o i 200.000 dollari di ricavi) ogni volta che un giocatore installa un gioco creato con l'engine in questione, anche se si trattava di disinstallare e reinstallare più volte uno stesso titolo da parte del medesimo utente.

Questo principio era chiaramente fallato, in quanto dipendente da meccaniche poco controllabili come la volontà dei singoli utenti di gestire a modo proprio l'installazione dei giochi, che avrebbe influito sui pagamenti richiesti agli sviluppatori. Con un meeting di emergenza organizzato da Unity dopo le reazioni giustamente inferocite degli sviluppatori, sono stati effettuati alcuni cambiamenti.

In base a quanto riferito da Axios, sembra che la tassa sia destinata a rimanere ma che venga ora applicata solo alla prima installazione di un gioco, quando questo raggiunge le soglie che erano state definite in precedenza. Questo dovrebbe evitare il processo di "install bombing" da parte degli utenti, che avrebbe potuto provocare dei danni economici agli sviluppatori.

Tuttavia, permane la questione fondamentale di una tassa sull'installazione, così come rimane anche il fatto di doverla pagare se uno stesso utente installa uno stesso gioco su più dispositivi differenti.

In linea di massima, la misura continua ad essere vista come assolutamente iniqua da parte degli sviluppatori, che sono attualmente in rivolta.

In particolare gli indie si trovano particolarmente colpiti da questa politica, che appare fallace da diversi punti di vista, come facilmente intuibile. Come riferito anche da Rami Ismail, questa regola potrebbe colpire duro gli sviluppatori che inseriscono i propri giochi all'interno di bundle o distribuiti gratuitamente.