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Unity: lo sviluppatore di Shadow Fight spiega cosa comporta la tassa sulle installazioni

Nekki, lo sviluppatore di Shadow Fight, ha spiegato per bene cosa può comportare la tassa sulle installazioni di Unity.

Unity: lo sviluppatore di Shadow Fight spiega cosa comporta la tassa sulle installazioni
NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   13/09/2023

Dmitry Terekhin, il fondatore dello studio di sviluppo Nekki, cui dobbiamo la serie Shadow Fight, ha spiegato con grande puntualità i problemi che potrebbero nascere dalla tassa sulle installazioni annunciata da Unity, accolta con grande astio da praticamente tutti quelli che stanno utilizzando il noto engine.

Terekhin, che ha condiviso il suo pensiero su LinkedIn, ha dato la prospettiva di uno sviluppatore mobile, importantissima considerando quanto Unity sia utilizzato in questo ambito.

Il punto di vista di Terekhin

Terekhin ha esordito ricordando i due eventi peggiori che il mercato mobile ha dovuto affrontare negli ultimi anni, ossia il bando dalla Cina degli sviluppatori stranieri, che ha di fatto chiuso un mercato centrale per il settore, e la cosiddetta IDFApocalypse, che ha limitato la possibilità degli sviluppatori di mirare a un pubblico specifico, trasformando l'acquisizione utenti del settore nella fiera delle pubblicità ingannevoli.

Secondo lui la decisione di Unity di far pagare per le installazioni potrebbe essere il chiodo sulla bara per tutti, quantomeno chi utilizza l'engine. A soffrirne di più saranno i giochi più popolari che non attuano pratiche di monetizzazione particolarmente aggressive, come quelli di Nekki.

Nekki ha sempre mirato a realizzare titoli che potessero diventare virali per le loro meccaniche e il loro stile. Il risultato di questa politica è stata di ottenere un miliardo di installazioni dei suoi giochi. Insomma, si tratta di un ottimo successo, ma con la nuova politica di Unity lo stesso potrebbe ritorceglisi contro.

Terekhin: "Ora creare un gioco di qualità di successo equivale a una punizione. La nuova politica di Unity potrebbe far crescere i nostri costi di cinquanta volte, portando a un taglio dei ricavi oscillante tra il 50 e il 100% in alcuni territori."

L'uomo ha poi continuato: "La nuova politica di Unity ci ricorda con forza che quando il profitto diventa l'unico parametro del successo, rischiamo di perdere l'arte, l'innovazione e la diversità che hanno reso questa industria così vibrante fin dall'inizio. Questo è un momento cruciale, uno che richiede azioni collettive e tanto dialogo per evitare di diventare parte di un'industria irriconoscibile rispetto a quella che un tempo ammiravamo."

Terekhin ha anche sottolineato come un mercato monopolizzato da un singolo attore sia destinato al fallimento: "Un tempo Unity ha democratizzato lo sviluppo dei videogiochi e ora sta facendo esattamente l'opposto."