Di norma, i grandi sviluppatori difendono con le unghie i propri marchi registrati, inviando a destra e a manca lettere "cease and desist" (letteralmente "cessazione e desistenza"), pensate per impedire a società più piccole di sfruttare marchi simili a quelli già occupati dalla grande compagnia. In questo caso, invece, è il contrario. Tale Fizzer, creatore del webgame Warzone, ha contestato il marchio di Call of Duty Warzone.
La situazione non è semplicissima, però. Infatti, pur vero che il webgame "Warzone" (praticamente un Risiko senza licenza) è stato rilasciato nel 2017, la richiesta della registrazione del marchio è avvenuta solo nell'ottobre 2020, quattro mesi dopo la richiesta di registrazione di "Call of Duty Warzone".
Activision ha risposto all'attacco senza trattenersi: "Call of Duty Warzone non potrebbe essere più diverso dal gioco del convenuto, un titolo a basso budget, un gioco da tavolo virtuale di nicchia simile a Risiko di Hasbro. È inconcepibile che un qualsiasi membro del pubblico possa confondere i due prodotti o credere che siano in qualche modo legati l'uno all'altro."
Il creatore del webgame ha affermato di "avere il diritto di ricercare una ricompensa per l'utilizzo del marchio Warzone e di essere risarcito economicamente per l'utilizzo scorretto di Activision". La compagnia di COD ha quindi replicato di non aver infranto alcun marchio registrato e afferma di aver diritto a ottenere la proprietà del marchio Warzone.
Vedremo come si evolveranno le cose. Nel frattempo, pare sia in arrivo una nuova versione anni 80 della mappa Verdansk in Call of Duty: Warzone.