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WhatsApp: backdoor e app non sicura, per Durov di Telegram

L'applicazione di WhatsApp sarebbe volutamente non sicura, per il CEO di Telegram: le backdoor sono state inserite per garantire la presenza in Russia e Iran?

NOTIZIA di Simone Pettine   —   04/02/2020

WhatsApp, secondo il CEO di Telegram, non è un'applicazione sicura. Pavel Durov è tornato u questo punto con insistenza negli ultimi anni, ma nelle scorse ore sembra aver inferto il colpo definitivo al concorrente. WhatsApp non solo non sarebbe sicura, ma sarebbe volontariamente piena di falle di sicurezza.

Avete capito bene: Durov di Telegram ha accusato gli sviluppatori e i possessori di WhatsApp (cioè gli azionisti di Facebook) di favorire una struttura complessivamente non sicura. Le parole "crittografia end-to-end", tanto per cominciare, sembrano una formula magica senza senso: "WhatsApp usa le parole 'crittografia end-to-end' come se fosse un incantesimo magico: da solo renderebbe automaticamente sicure tutte le comunicazioni. Questa tecnologia, però, non è un proiettile d'argento che può garantire la privacy assoluta".

Altro problema sono le backdoor, secondo Durov inserite di proposito in WhatsApp per garantire la presenza dell'applicazione in paesi come Russia ed Iran, che chiedono la collaborazione di queste applicazioni per la sicurezza dello stato. Telegram infatti non ha mai voluto fornire strumenti privilegiati al governo Russo, né i dati degli utenti: ma secondo Durov per WhatsApp questa sarebbe la normale prassi nel mercato. Da ultimo, Telegram ha fornito il codice sorgente al mondo intero, quindi è noto come funzioni l'applicazione; WhatsApp non l'ha mai fatto.

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