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Xbox Game Pass cannibalizza le vendite standard: ma non è progettato per questo?

Ha veramente senso il dibattito sulla cannibalizzazione delle vendite standard da parte di un servizio in abbonamento come Xbox Game Pass?

Xbox Game Pass cannibalizza le vendite standard: ma non è progettato per questo?
NOTIZIA di Giorgio Melani   —   15/02/2023

Nonostante difficilmente venga messo in discussione il suo valore per i consumatori, Xbox Game Pass dalla sua nascita è sempre stato oggetto di polemiche e diatribe sulla sua sostenibilità e sul fatto che possa essere dannoso per l'industria videoludica. Di recente, la questione è tornata nuovamente sotto la lente d'ingrandimento perché la stessa Microsoft pare abbia confermato che l'inserimento dei giochi nel catalogo di Xbox Game Pass può portare a un calo nelle vendite sul lungo termine, ovvero una cannibalizzazione delle vendite standard per i giochi che possono essere fruiti dal catalogo dell'abbonamento Game Pass. Il fatto è che, tuttavia, questo dovrebbe essere un po' il senso di un servizio su abbonamento: il famoso spostamento del paradigma dalla vendita "B2P" ("buy to play", ovvero l'acquisto standard della singola copia di un gioco) all'abbonamento.

La qual cosa dovrebbe comportare anche una differenza fondamentale tra introiti ciclici, legati al lancio e al ciclo vitale di un singolo gioco, ed entrate costanti e regolari fornite da una base di utenti abbonati. In sostanza, un po' il senso stesso dell'introduzione del servizio su abbonamento rispetto alla struttura classica del mercato. Nei documenti inviati alla CMA, l'ostica antitrust britannica che si sta opponendo all'acquisizione di Activision Blizzard, possiamo leggere che "Microsoft ha riferito, nelle sue analisi interne, che si rileva una certa percentuale di calo nelle vendite standard dei giochi 12 mesi dopo la loro introduzione su Game Pass". La percentuale è censurata, ma si capisce che si tratta di un influsso negativo, tuttavia bisogna anche rilevare che si parla di una rilevazione a 12 mesi di distanza dal lancio, ovvero quando una flessione è anche fisiologica nel mercato standard e non è chiaro se si parli dei giochi first party lanciati direttamente al day one.

In ogni caso, è stata rilevata la contraddizione con quanto aveva affermato Phil Spencer nel 2018, quando aveva riferito che alcuni giochi, "come Forza Horizon 4", una volta inseriti nel catalogo potevano andare incontro a un incremento nelle vendite. L'affermazione risale però a cinque anni fa, praticamente agli albori di Game Pass, e inoltre prendeva come esempio un gioco che propone DLC e contenuti a pagamento acquistabili a parte, che probabilmente ricevono una spinta dalla possibilità di accedere al gioco base in maniera "gratuita" attraverso l'abbonamento, dunque la contraddizione non è così netta, ma non è nemmeno questo il punto del discorso. Il fatto è che Game Pass dovrebbe puntare a superare l'idea delle vendite tradizionali, sostituendo il concetto di guadagno attraverso la quantità di copie vendute nel guadagno attraverso l'espansione degli utenti abbonati e il mantenimento di una massa critica di sottoscrizioni.

In questo senso, il calo di vendite non solo non dovrebbe stupire ma dovrebbe proprio dimostrare il corretto funzionamento del servizio su abbonamento, in un certo senso, posto che gli sviluppatori vengano ovviamente correttamente sostenuti attraverso gli accordi che vengono stipulati con Microsoft al momento dell'inserimento dei giochi in catalogo. In questo senso, è molto probabile che gli accordi con i third party vadano a comprendere sempre meno giochi tripla A, più difficilmente sostenibili con contratti di questo tipo, sostituiti progressivamente da quella che dovrebbe essere la produzione interna di Xbox Game Studios e da vari giochi indie o di dimensione intermedia. Casomai, il dibattito che resta valido è l'altro grande classico dei detrattori del Game Pass, ovvero se il servizio sia effettivamente sostenibile o meno: da questo punto di vista restano dei dubbi nonostante le rassicurazioni di Microsoft, considerando una crescita più bassa rispetto a quella preventivata e il fatto che il catalogo continui a offrire quasi "troppo" rispetto all'effettivo costo del servizio. Tuttavia, al momento non abbiamo molti dati al riguardo e non resta che vedere le ulteriori evoluzioni a cui andremo incontro nel prossimo periodo, tra le quali anche l'acquisizione di Activision Blizzard avrebbe un peso notevole.